Nell'udienza di martedì 21 gennaio 2014 ho dichiarato di non voler procedere nella causa per il rimborso del canone di depurazione del 2009, convinta di aver ottenuto giustizia.
La Giudice di Pace ha verbalizzato la conclusione della vicenda con dispositivo dell'art. 306 Codice di Procedura Civile. (Fonti → Codice di Procedura Civile → LIBRO SECONDO - Del processo di cognizione → Titolo I - Del procedimento davanti al tribunale (Artt. 163-310) → Capo VII - Della sospensione, interruzione → Sezione III - Dell'estinzione del processo) Significa che “il processo si estingue per rinuncia agli atti del giudizio quando questa è accettata dalle parti costituite che potrebbero aver interesse alla prosecuzione. L'accettazione non è efficace se contiene riserve o condizioni.” Le dichiarazioni di rinuncia e di accettazione è stata fatta verbalmente dalle parti all'udienza e La Giudice, accertato che la rinuncia e l'accettazione erano regolari, ha dichiarato l'estinzione del processo. Ora: dal momento che “la rinunzia agli atti del giudizio comporta l'estinzione del processo se è accettata da tutte le parti interessate alla sua prosecuzione in quanto l'accoglimento delle loro richieste potrebbe procurare loro un'utilità maggiore da quella che riceverebbero dalla semplice chiusura del processo”, molto semplicemente ritenevo che il rimborso della cifra esatta del canone di depurazione (senza interessi maturati e cancellando anche la spesa per la marca da Bollo necessaria all'atto di citazione), ovviamente insieme alla rinuncia del rimborso spese da parte della società, era per me sufficiente all'ottenimento di Giustizia.
Come sapete, le cose sono andate diversamente, per cui seguono i due comunicati stampa:
23/01/14 Dal momento che non potrei far altro che ribadire quanto detto, mi limito a porre la questione sotto forma di domande e lasciare dunque ad ognuno la sua opinione: Secondo coloro che mi conoscono, avrei ritirato la denuncia senza esser certa di ottenere ciò per cui lottavo da ben 5 anni? Di fronte alla certezza di non
ottenere rimborso e il rischio di proseguire nell'azione legale, quale via avrei scelto? Perchè, prima di uscire dalla stanza e alla presenza del Giudice di Pace, avrei chiesto “e i 145 Euro?” ? Perchè l'avvocato di conseguenza, invece di dirmi "ma signora, ormai li ha persi", mi ha prima chiesto la mail e poi mi ha dato il suo biglietto da visita affinchè gliela spedissi? Perchè appena arrivata a casa ho inviato la mia mail all'avvocato? Perchè restare in contatto se il procedimento era concluso? E infine, chi mi conosce, ritiene che io sia una persona alla quale “promettere denari”? O ritiene forse che i “denari” siano quelli già miei, ma che giacciono da 5 anni indebitamente in un cassetto da qualche parte del mondo per un servizio mai reso? Come conclusione generale posso oggi sottolineare la mia più totale ingenuità: Ero fermamente convinta che stessimo facendo un atto di conciliazione, in quanto era questa l'intenzione riportata per iscritto alla fine del documento aggiuntivo all'atto di citazione. Come si fa ad es. in caso di incidente stradale con la constatazione amichevole. Ritenevo di aver capito che restituire quell'importo così esiguo non costituiva alcun problema a fronte della chiusura del fascicolo. Dal punto di vista del procedimento aggiungo che è stato anche totalmente ingenuo pensare che, a fronte di quanto sta avvenendo in tutti i Comuni, molti dei quali hanno già concluso tutti i rimborsi, la questione era talmente chiara che potevo affrontarla da semplice cittadina. Una brutta vicenda che solo a Sacile ha assunto questa forma. Ora capisco perchè nel nostro paese non si può fare un passo senza un proprio avvocato. Non accetto infine che l'avvocato Zani dica che io “contassi su una eco mediatica”: non sono responsabile di titoli e forma scritta degli articoli sulla stampa. Non ho rilasciato alcuna dichiarazione trionfalistica, anzi, ho ribadito ai giornalisti che non si trattava di alcuna “vittoria” e mi sono dichiarata “dispiaciuta” di non aver potuto tracciare una via migliore per gli altri cittadini che si trovano nella stessa ingiusta condizione di aver pagato un servizio non concretamente reso.
25/01/14 Come sempre la replica dell'amministrazione mi dà l'occasione per puntualizzare alcuni punti sui quali in prima battuta non avevo infierito. Ringrazio dunque il Sindaco e chiarisco: Si smetta di vendere la messa a disposizione di un servizio, addirittura riscosso anticipatamente nelle vesti di “canone”, come un servizio da pagare parimenti ad un servizio prestato. E' grave che un Sindaco faccia trasparire che sia condannabile la più che legittima richiesta di rimborso parte di una sua cittadina. E gli chiarisco che, proprio perchè non era mia intenzione mescolare la questione politica a quella personale, quindi non infierire ad ogni costo sul Comune, che ho senza indugio dichiarato di non voler procedere. Oltre ovviamente al fatto che ero serena e convinta di aver ottenuto giustizia non essendo stata però in quel momento sana di udito e in grado di comprendere la lingua italiana. Era il "mio" Sindaco che avrebbe dovuto farmi avere quanto di diritto! La convulsa difesa dell'amministrazione ricorrente il giorno seguente su tutti i media al momento disponibili, dimostra quanto la questione sia scottante. Di fatto si dimostra proprio in questo modo che è l'Amministrazione stessa causa di questo gran pasticcio, a sua volta nato dal gran pasticcio di chi ha stipulato al tempo questo accordo. E' sotto gli occhi di tutti, anche di chi cerca disperatamente di chiuderli, che il Comune di Sacile si differenzia da tutti gli altri: se non ci fosse stata SPS a far sapere della sentenza del 2008 nessuno si sarebbe mosso, al nostro primo comunicato sulla stampa l'amministrazione non ha battuto ciglio, dopo ripetuti solleciti è apparsa una dichiarazione che avrebbe provveduto a stilare una lista degli aventi diritto (come mai?), e infine, ricevute diverse domande da parte dei cittadini che hanno scaricato il modulo dal sito di SPS (e non del Comune!) non ha MAI risposto. Ecco chi da 5 anni sta davvero dalla parte dei cittadini. Tanto che ora invito tutti coloro che volessero a contattarci per mettere loro disposizione quanto pazientemente raccolto nel caso volessero procedere tutti insieme. Concludo che SPS ha prodotto ormai 5 anni di segnalazioni concrete e tutte verificatesi fondate. Magari aspettando con pazienza. E così sarà anche questa volta.
Per tutto il resto di questa gran brutta e infinita storia consultate la sezione “depurazione” a sinistra nel nostro sito, oppure contattateci direttamente per visionare 5 anni di documentazione (attenzione che l'indirizzo della società riportato sul modulo in pdf non è più SaGiDep ma SIBA! controllate sulla vostra bolletta attuale!) che mettiamo volentieri a disposizione di ogni cittadino intenzionato a riavere il dovuto. Cioè il rimborso per un servizio non ottenuto che ogni buona amministrazione avrebbe avuto il dovere di prodigarsi tempestivamente a restituire.
Allegati:
1. Atto di Citazione in pdf >>>
2. Integrazione alla Citazione in pdf >>>
3. Modulo fac-simile domanda rimborso >>>
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