Asma e VEA |
Venerdì 14 Gennaio 2011 00:30 |
L’ennesimo rinvio dell’applicazione della VEA al primo giugno 2011 prova che non è certo la salute dei cittadini a stare a cuore all’Amministrazione regionale. Così, mentre leggiamo in prima pagina che aumentano i ricoveri per asma, la Regione annuncia che ci sarà un “patto con gli ordini professionali”. Sì, proprio con quegli ordini professionali del FVG (tutti) che avevano fatto ricorso al TAR contro la VEA su diversi punti del regolamento varato dalla Regione a fine estate. La stessa cosa successa in Puglia, dove con motivazioni molto simili l'ordine degli ingegneri aveva vinto un ricorso. Mentre quindi gli impianti di riscaldamento domestici contribuiscono all’innalzamento del valore delle nano-polveri in modo direttamente proporzionale all’aumento degli attacchi d’asma nei bambini, i nostri politici si genuflettono a interessi corporativi, materiali e retrogadi.
Sacile Partecipata e Sostenibile ha sempre seguito da vicino l’evolversi della VEA, è intervenuta varie volte sull’argomento e ha fatto presente contraddizioni e sprechi di tempo e di denaro. Innazitutto la palese forzatura di voler imporre dall’altro questa VEA nonstante il costoso e vistoso fallimento del protocollo ITACA. Una VEA che alla fine sembra essere solo capace a mutuare le norme nazionali, o forse meglio “incapace”, dato che alcuni esperti onesti giudicano addirittura le sue procedure come “improbabili”. Una VEA che di fatto si sta dimostrando inattuabile o meglio, superflua. Noi di SPS non siamo ancora riusciti a trovare risposta ai quesiti sollevati sin dall’inizio: Perché una così ostinata volontà a mantenerla in piedi? Tanto da continuare a destinare ingenti risorse per cambiare nomi, come per l’ultima trovata dell’ARES? Un’Agenzia regionale le cui funzioni secondo noi erano già ben, anzi molto meglio, rappresentate dall’APE? L’efficacia finora è stata all’altezza dei costi per mantenere in vita questo nuovo (per così dire) soggetto? Il giudizio sui corsi è stato pari al giudizio sui corsi organizzati ormai da anni in regione da APE e CasaClima? Perché non chiudere definitivamente questa inutile esperienza e questo ennesimo dispendio di soldi pubblici che in questi 4 anni è servita solo a cambi di nome, da ICMQ-Lab a ARES, da protocollo ITACA a VEA? Perché voler avviare ex-novo un sistema che non porta alcunchè di nuovo nel panorama locale, regionale, nazionale e internazionale della certificazione energetica? Perchè non interrogarsi invece sui contenuti tecnici e procedurali del sistema di certificazione energetica nazionale, che ha diverse lacune e su cui una Regione Autonoma come la nostra Potrebbe intervenire, se ne fosse veramente convinta e capace? Perchè non applicare, con piccoli aggiustamenti relativi alle peculiarità territoriali, le esperienze vincenti come CasaClima, dai risultati innegabili, consolidati e di qualità a livello internazionale? Perchè scendere a patti con gli ordini professionali invece di tutelare i soggetti con meno potere contrattuale, in primis bambini e anziani, riconoscendo questo strumento come intimamente correlato alla tutela di un ambiente più sano e al tempo stesso all’abbattimento delle spese di riscaldamento? Perchè l'attuale classe politica non prende atto dei fallimenti e vi pone rimedio in maniera concreta invece che alimentare illusoriamente a parole e tentativi maldestri questa certificazione agonizzante? Ancora una volta si avviano le cose in assenza di qualsiasi nobile ideale, in ritardo, in modo forzato e con procedure ingarbugliate per poi dire che ormai non si può tornare indietro! A spese dei contribuenti naturalmente. In tutti i sensi. |
Ultimo aggiornamento Venerdì 14 Gennaio 2011 00:36 |