Sacile Partecipata e Sostenibile

Da Cancun a Sacile; la nostra relazione al clima e allo sviluppo. PDF Stampa E-mail
Venerdì 17 Dicembre 2010 09:03

img artSi è appena concluso con successo il vertice mondiale sul clima di Cancun. Patricia Espinosa, Ministro degli Esteri messicano è riuscita dove aveva fallito Copenhagen: a fare trovare un accordo ai più di 180 governi presenti per 12 giorni nella città centro-americana.
A Cancun è stato preso l’impegno di ridurre le emissioni di anidride carbonica del 40% entro il 2020, contenere entro i 2 gradi l'aumento di temperatura, e impegnare 10 miliardi di dollari all'anno per la difesa della foresta e il trasferimento delle tecnologie pulite.
Vasto programma che ci porta a non stare fermi ed ad interrogarci come il nostro territorio si dovrà confrontare con questi accordi. L'interrogativo trova maggiore attualità dopo le recenti esondazioni  che hanno invaso Sacile il 2 Novembre scorso. Maggiore risonanza viene anche dal fatto che siamo in pieno dibattito sulla variante 58 al Piano Regolatore. Ci chiediamo dove e come vogliamo orientare il nostro sviluppo sostenibile.
Dobbiamo confrontarci anche a Sacile con la Green Economy, quella che non limita il dibattito sulla cubatura in più o in meno. Sia con la nuova edilizia che con le ristrutturazioni, l'introduzione dei nuovi materiali ad alta efficienza energetica è più che doverosa. Occorre stare alla larga da una  oscurantista ideologia politica che schematizza la destra con la verticalità e la sinistra con l'orizzontalità e stare in linea con la fisionomia della nostra città.
Converebbe fermarsi e concedere una ulteriore valutazione ai vari progetti di torri previsti nel nostro territorio.

Dare valore al nostro centro storico che fortunatamente in questi ultimi anni gode di nuove ristrutturazioni di palazzi e della piazza. Trovare meccanismi che ci consentano di convivere davvero in un piacevole luogo pubblico comune, in cui gli interessi di tutti trovano il loro motivo di essere e riescono ad esprimersi sapendo che di uno “spazio comune” appunto si tratta. Allontanare le macchine e trasformare le strade in una viabilità che naturalmente dia la precedenza a pedoni e ciclisti. Intanto almeno si mettano realmente in moto le auto elettriche messe a disposizione a Sacile dall'amministrazione provinciale.
Il Livenza che scorre attraverso l'intera città deve farsi da ostacolo a risorsa, essere davvero l'elemento caratterizzante del nostro “giardino”. Non avere solo sentieri pedonali che ci portano fino al fiume, ma percorsi che si snodano lungo i rami del fiume fino a potersi impadronire della nostra città a piedi e in bicicletta approfittando di questo bene della natura che altri comuni ci invidiano.
In questo senso s'inserisce anche la valorizzazione delle strutture dismesse per la produzione di energia idroelettrica presenti sul Livenza. E' auspicabile che questa unità produttiva alimentata da fonte rinnovabile sia attuata il prima possibile, diventando anche attrattiva di archeologia industriale.
Tutto questo entra in linea con le risoluzioni di Cancun e meriterebbe una maggiore incisività anche a Sacile e in particolare modo in relazione alla variante 58. Consumiamo dunque meno territorio e sviluppiamo recupero ed efficienza.

Fernand Didier Manga
Sacile Partecipata e Sostenibile

 

Ultimo aggiornamento Venerdì 17 Dicembre 2010 09:08
 
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