Non è corretto dire che è colpa del fatto che siamo l’ultima appendice della pianura Padana, per cui non possiamo far nulla contro l’inquinamento. Si può dire che le condizioni sono quelle che determinano lo stagnamento dell’inquinamento, ma di certo non lo producono. In teoria dunque se fossimo liberi da inquinamento non ce ne importerebbe proprio più nulla della Pianura Padana! Ma parlare di abbattimento dell’inquinamento è parlare di un insieme di provvedimenti che vanno dal livello regionale, come il piano di risanamento dell’aria, a quello provinciale, in tema ad.es. di trasporto pubblico, a quello che si può fare a livello comunale. Quello che accomuna i vari livelli è un evidente gravissimo ritardo, dovuto anche alla mancanza di sensibilità e capacità di previsione nei confronti di questo tema. Lo scenario della discussione politica e degli interventi messi in atto è perciò ancora una volta quello dell’emergenza.
Parlando del traffico come fattore inquinante si sarebbe dovuto dare già anni il buon esempio con scuolabus e mezzi comunali ecologici. Aprire insieme ai cittadini uno scenario di una zona pedonale allargata all’intero Centro Storico e non a qualche metro quadro di Piazza – quale piccola macchia di leopardo. E per assicurare davvero ai cittadini l’andare a piedi o in bicicletta bisogna creare le condizioni per una alternativa credibile, visibile e sicura. Ripeto senza stancarmi che il limite dei 30km/h, oltre a rendere le strade più sicure, movimenta meno le polveri e abbatte l’inquinamento acustico e l’emissione di CO2. Ci sono anche prodotti nuovi come asfalto e intonaci mangia-smog. E non c’è motivazione che regga al fatto che in una città di oltre 20.000 abitanti non vi sia ancora un mezzo di trasporto pubblico. Purtroppo però emerge sempre più in tutta la sua gravità il problema delle emissioni degli impianti termici: La certezza che si può effettivamente passare da una bolletta di 2000 Euro l’anno ad una da 200 significa anche certezza nella riduzione del CO2! Si sa che un impianto centralizzato è meglio della miriade di piccole caldaiette (che poi restano senza controlli), ma nessuno ci mette il freno perché ci sono i soliti interessi. Troppo poco informazione su concrete alternative, come ad es. capitalizzare gli scarti in agricoltura per in un impianto a biomasse condiviso da case adiacenti.
E non dimentichiamo il paradosso che il nostro Ospedale, sentinella della salute, è l’edifico più inquinante di Sacile, con i suoi 60 quintali di nafta al giorno. Quanti anni sono passati dall’altisonante annuncio apparso il 1° marzo del 2007 nell’inserto della Regione all’epoca dell’Amministrazione Illy che presentava come una “best practice” (buona pratica) a Sacile il “tetto solare dell’Ospedale”?! Solita “politica degli annunci”. Nel resto d’Europa il termine “best practice” è stato coniato proprio per evidenziare la “messa in pratica di una buona idea”. Bisogna essere precisi nell’uso delle parole, perché riappropriarsi di un linguaggio rigoroso significa anche neutralizzare i fanfaroni della politica che miracolosamente continuano ad autoalimentarsi senza nulla di fatto.
E, soprattutto, non dimentichiamo e nascondiamo che da 50 anni il nostro territorio, in particolare Sacile, è sorvolato ogni giorno dagli aerei della Base di Aviano.
Il 13% dei casi di asma infantile nei paesi sviluppati della regione europea, secondo l'OMS, potrebbe essere imputabile a cause di inquinamento interno alle abitazioni ed esterno (v. nostro articolo sul rapporto del 2009 dell’OMS “Migliorare l'Ambiente e la salute dei bambini: esempi europei dell’OMS”.) Molte azioni necessarie non possono essere perseguite da singoli cittadini ma devono essere promosse convintamente dalle autorità pubbliche. E guarda caso, le linee guida raccomandano misure atte a garantire che gli edifici siano ben progettati, costruiti e mantenuti, identificando le azioni di pertinenza dall’amministrazione pubblica, dei progettisti, degli utenti.
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