Sacile Partecipata e Sostenibile ha effettuato venerdì 7 ottobre in Via Cartiera Vecchia un presidio composto da esponenti della suddetta lista civica, con la presenza qualificante del WWF, allo scopo di manifestare gratitudine al Sovrintendente ai Beni Architettonici e Paesaggistici del Friuli Venezia Giulia, arch. Luca Rinaldi. Abbiamo, infatti, apprezzato la decisione non scontata dello stesso di effettuare di persona un sopralluogo nella zona della Mineraria Sacilese SpA al fine di verificare nel merito le istanze prodotte dall’attuale Amministrazione di Sacile in seguito al preavviso di parere negativo sul progetto di edificazione in tale zona pervenuto dalla Sovrintendenza nel mese di luglio. Riteniamo che la presenza del Sovrintendente sia una preziosa dimostrazione di chi compie con convinzione e competenza il suo dovere di vigilare sul territorio inteso come bene pubblico. Malgrado i tagli subiti dal Ministero ai Beni Culturali (un miliardo di Euro in tre anni), avere nel territorio Uffici che, sebbene sguarniti di tutto, ancora lavorano con tanta accuratezza, meritava, secondo la civica SPS, come minimo un’attestazione di stima.
Gli esponenti della civica ritengono, infatti, che oggi appaia in tutta la sua gravità sia il carico urbanistico che è già stato riversato su Sacile sia quello che la città subirà nell’immediato futuro. Sicuramente oggi si iniziano a pagare scelte politico-amministrative non basate sul bene del territorio e l’annosa vicenda dell’Ambito di trasferimento della Mineraria Sacilese è una dimostrazione. Alla cittadinanza sacilese esponenti dell’Amministrazione promettevano lo spostamento della Mineraria entro pochi anni in modo da valorizzare la zona ai fini residenziali. Così oggi la Mineraria è ancora lì, tutt'intorno invece si è proceduto allo sviluppo edilizio che di fatto ora circonda l’area. Nessuno pretende che un’attività produttiva soggetta a trasferimento debba rimetterci con tale operazione, ma ormai è palese che questi “Ambiti di Trasferimento” favoriscono la speculazione edilizia. Ci chiediamo infatti, non solo a fronte della stabilità demografica del nostro Comune e alla contemporanea esistenza stimabile in ca. 400 alloggi sfitti e/o invenduti, ma anche in seguito alla pesante situazione di inquinamento atmosferico e alle cicliche esondazioni a riprova della fragilità di quel luogo, se non sia il caso dopo 20 anni di riconsiderare la previsione di cubatura e le modalità di progettazione: insomma, edificare in questa zona per ca. 80.000 m3 ci pare una follia. Riteniamo dunque, come forza politica cittadina, sia necessario aprire urgentemente il dibattito pubblico sull’area interessata, in quanto le sorti della città non possono essere ancor oggi legate alla previsione di questa devastante edificazione risalente al lontano 1990, visto che in questo ventennio è cambiata fortemente anche la percezione dei cittadini in merito alle priorità dell’urbanistica, avendo essa decisamente fallito nelle varie promesse di elevare la qualità di vita a Sacile. Una nuova progettazione del piano è il minimo che l’Amministrazione, quale garante del prevalere dell’interesse pubblico su quello privato, dovrebbe imporre alla Mineraria Sacilese. |