66 milioni di Euro - tanto pagano i cittadini... Stampa
Martedì 23 Giugno 2015 17:08

66 milioni di Euro sarà probabilmente la cifra della sanzione europea che dovrà pagare il FVG (sentenza a gennaio 2016) per la mancata applicazione della Direttiva europea concernente il trattamento delle acque reflue urbane (direttiva 91/271/CEE).
Una delle tante questioni sollevate da ANNI da SPS, delle quali nessuno si scandalizza. Nessun cittadino purtroppo. O meglio, qualche "nuovo" e virtuoso politico potrebbe ORA accorgersene (come del tema "Rifiuti Zero"), ma bisognerebbe chiedersi dove aveva occhi e orecchie finora, cioè quando era ancora semplice cittadino che votava chissà chi.
SPS ha la coscienza a posto come sempre: la questione è sempre stata alla nostra convinta attenzione, a prescindere se fosse di moda (in senso politico) o meno. Abbiamo portato a conoscenza dei nostri lettori nel lontano 2011 la relazione e la lista dei Comuni del FVG sottoposti a sanzione, Sacile compreso. Abbiamo ritenuto imprescindibile la questione più generale della tutela delle nostre acque impegnandoci per due anni in tutte le iniziative di sostegno alla campagna per l'acqua pubblica che poi ha sfociato nel grande risultato del Referendum (oggi sotterrato dal Governo Renzi in linea col PD che, anche in loco, aveva invece boicottato la campagna, salvo uscire col banchetto l'ultima settimana quando il risultato era ormai certo). Abbiamo ritenuto altrettanto imprescindibile la questione da quella vergognosa storia, ancora aperta, del rimborso depurazione a Sacile (anche se non ritenuta

grave dai cittadini che hanno rivotato questa amministrazione). Abbiamo sempre ritenuto che fosse ennesimo atto di cecità non comprendere che intervenire ad ampio raggio seguendo la direttiva 91/271 (come hanno fatto gran parte dei paesi europei) avrebbe significato mettere in moto l'economia, dalle infrastrutture al marketing turistico (uno slogan della vicina Austria è "l'acqua dei nostri laghi si può bere").

Sapevamo bene cosa ci aspettava. Bastava leggere la settima relazione della Commissione Europea del 7 agosto 2013 al Parlamento Europeo, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni.
Da questa interessantissima, breve e ben comprensibile relazione (!!!) emerge che negli ultimi 20 anni grazie al cielo ci son stati notevoli progressi, Italia compresa (piccolo dubbio... se sulla carta o in concreto); che (ma guarda un pò) "hanno agito da apripista paesi come Austria, Germania e Paesi Bassi" (pg.12); che entro il 2016 andrà completata l'attuazione della direttiva (cioè entro il prossimo anno!!!); che sono già 15 su 27 i paesi che sono perfettamente in regola con il PRIMO dei TRE criteri della direttiva, cioè RETI FOGNARIE, TRATTAMENTO SECONDARIO e TRATTAMENTO PIU' AVANZATO al 100% (!!!) e che tra questi 15 non c'è l'Italia (la Grecia e la Rep. Ceca ad es. ci sono); che Spagna Francia e Portogallo sono oltre al 90% e che noi nemmeno in quella quota ci siamo; che i tre Stati che hanno registrato una conformità su tutti e tre i criteri già dal 2005 sono (ancora ma guarda un pò) Austria, Germania e Paesi Bassi; che sono solo 11 le capitali pienamente conformi (Berlino, Vienna, Amsterdam, Copenhagen, Helsinki, Stoccolma, Parigi, Atene, Bratislava, Vilnius e Madrid).

Certo è che anche quest'anno la nostra amministrazione regionale NON ha ritenuto di ricorrere alla possibilità offerta di mettere in atto azioni per l'attuazione della direttiva grazie proprio ai fondi FESR, fondi europei pronti ad essere usati che invece ci siam persi!!!

Vogliamo, anche in seguito a quanto abbiamo letto nei giorni seguenti la pubblicazione della campionatura delle acque effettuata da Goletta Verde di Legambiente, rivolgerci direttamente ai nostri amministratori regionali intervenuti sulla stampa:
Egregi assessori, la questione NON è il tiro alla fune con Legambiente su chi ha ragione sulle due campionature; la questione NON è la discussione sulla balneabilità di una parte di Lignano; la questione NON è quanto i vari enti preposti tengano o meno sotto sorveglianza il Tagliamento o la zona di Muggia; la questione NON sono le più o meno buone intenzioni della Giunta Serracchiani.
La questione è l'intera regione, l'intero sistema di depurazione non rispondente alla direttiva europea, l'intera previsione decisionale su come adeguarsi entro il 2016 al 100%, l'intera mancanza di approntamento di risorse come avrebbero potuto essere quelle reperite grazie ai fondi europei.
La questione è che, mentre gli Stati sopra citati, nel giro di DUE anni entro il 2004 si sono perfettamente adeguati e in seguito sono andati anche oltre, raggiungendo il 100% in tutti e TRE i criteri, la depurazione della acque NON è esigenza compresa e sentita nei nostri comuni, nella nostra regione, nel nostro paese (perchè la sanzione totale che verrà comminata all'Italia sarà pesante!).
La questione è che, anche per colpa dei cittadini che non lo esigono, fare fogne non porta voti.

Ultimo aggiornamento Venerdì 26 Giugno 2015 11:01
 
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