COMUNICATO STAMPA del 22 febbraio 2014: Proprio in questi giorni il Comitato Salute Pubblica Bene Comune-Pordenone compie un anno. Nato dalla volontà di alcuni cittadini di partecipare alle scelte relative al nuovo Ospedale di Pordenone in forte disapprovazione con il progetto di costruirlo ex novo in Comina, per il costo elevato, il ricorso al project financing ed anche per il forte impatto ambientale. In primis il Comitato ha combattuto per ottenere diritto ad un referendum cittadino che si esprimesse in tal proposito ed ha raggiunto il suo obbiettivo bloccando il progetto in Comina proprio per l’adesione della Presidenza del Consiglio Regionale alla petizione presentata. L’attività del Comitato è proseguita con l’adesione alla campagna “digiuno per l’ambiente”e con la continua ricerca di contatto con i cittadini, i lavoratori della sanità, il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera sempre sui temi del progetto dell’ospedale e della riforma sanitaria regionale.
Per festeggiare nel modo migliore questa ricorrenza l’Assemblea del Comitato, riunitasi nei giorni scorsi, ha deciso di ribadire il suo impegno sulle tematiche sanitarie più vicine ai cittadini ritenendo prioritario riconsiderare l’abolizione del ticket aggiuntivo di 10 euro sulle prestazioni perché tale tassa (applicata in FVG senza nemmeno gradazioni relative al reddito) rappresenta un serio ostacolo all’ accesso ad indagini mediche, soprattutto per quella parte di popolazione, già provata economicamente dalla crisi, che subirebbe un ulteriore grave attacco a quel diritto alla salute che la Costituzione di fatto sancisce. Infine, la notizia che sempre nei giorni scorsi all’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti, sezione veneta, i giudici “boccino” i project financing ci conforta sulla battaglia al No Comina e ci rende “giustizia” rispetto alle accuse che avevamo ricevuto di non voler lo sviluppo della sanità pordenonese quando in realtà, con il pesante ricorso al project financing, si trattava di foraggiare qualche potente privato ammazzando di debiti la sanità pubblica e i cittadini. La relazione del procuratore Carmine Scarano parte dall’analisi delle cinque inchieste in corso sulla realizzazione proprio dell’ospedale all’Angelo di Mestre e dalla congruità della rata che ogni anno l’Asl 12 deve restituire ai privati al costo di un laboratorio, dagli arredi acquistati senza gara alla manutenzione di alcuni macchinari. Era proprio il riferimento a quell’Ospedale che figurava al centro della relazione dell’allora Direttore dell’Azienda ospedaliera Zanelli e dell’ex Assessore Ciriani per sostenere la validità di quello strumento anche per Pordenone).«Sono emersi», sottolinea Scarano, «indubbie criticità sull’utilizzo in concreto di questo strumento». Strade, ospedali, scuole: interventi cofinanziati dai privati - ripagati in danaro e servizi dal pubblico - giustificati «dalla scarsità delle risorse pubbliche disponibili e dalla necessità di garantire maggiore tempestività nella realizzazione delle opere», sottolinea Scarano, ma che troppo spesso vedono oneri e rischi solo a carico del pubblico: «Per lo più accade che il privato si assume solo il rischio di costruzione e per il resto si tutela bene inserendo nel contratto clausole che di fatto annullano i rischi, ad esempio con penali contenute, insignificanti. L’opera finisce così per costare molto di più del previsto aggravando il debito dell’ente pubblico». Avevamo visto giusto, ma non eravamo soli (anche se i rappresentanti istituzionali locali ci hanno attaccato o, come nel caso del Sindaco Pedrotti che non ha ancora trovato 5 minuti di tempo 9 mesi per riceverci): assieme a noi migliaia di cittadine e cittadini. E continuiamo! (comunicato accompagnato dalla vignetta di Pino) |