Caro Lucio, ti scrivo ... |
Giovedì 08 Marzo 2012 15:28 |
Riceviamo e volentieri pubblichiamo il seguente contributo: Caro Lucio, Tu hai dimostrato, anche nella pacatezza di una voce che non si allineava ai potenti, che la poesia sa cantare la quotidianità e allora, per favore, trova le parole o gli strumenti per fermare chi non ascolta la voce delle minoranze. Sono certa che hai una capacità di ascolto affinata dalla sensibilità concessa solo agli artisti e per questo affido a te le mie parole. So che le orecchie di chi ci amministra sono troppo abituate all’ascolto di Sirene avvezze ad ingannare non solo i marinai e, pertanto, sorde al linguaggio di chi parla una lingua diversa dalla loro. So anche che i templi odierni sorgono al centro di uno spazio commerciale più che nel cuore di una piazza e che da tanto tempo gli insegnamenti educativi sono filtrati dal consumismo televisivo. So anche però che siamo all’apice di un sistema che implode e che dobbiamo riappropriarci di quella Bellezza che ci appartiene. Pensaci tu! E se proprio è ineluttabile dover attendere ancora e dover sperare in un rinnovamento della politica, mediato dalle leggi storiche dell’avvicendamento, almeno ricordati di quello pseudonimo che effigia la porta della tua casa: sii fedele al nome di “Domenico Sputò” e dimostratene degno interprete nel momento in cui vedrai qualcuno imbrattare di blu la nostra Piazza.
Liviana Covre |
Ultimo aggiornamento Giovedì 08 Marzo 2012 15:42 |