Come ci stiamo preparando al 2050? Stampa
Domenica 09 Dicembre 2012 13:19

In nessun modo, tanto.... non ci riguarda.

E allora ci si chiede a cosa serve spendere tempo e denaro per fare studi e statistiche. Solo per pagare consulenze?! La risposta affermativa parrebbe naturale visto che i risultati di queste – spesso motivatissime ed interessantissime ricerche – cadono poi nel vuoto. Si perdono, come dire, nella notte dei tempi, nessuno li trasforma in applicazione e, troppo spesso, alcuni anni dopo vengono rifatti di sana pianta perchè di quello precedente nessuno se ne ricorda più.

SPS invece se ne ricorda bene.

La questione è quella da noi da tempo sollevata: l'aumento della popolazione anziana, fenomeno per il quale ci stiamo attrezzando troppo poco e in modo troppo settoriale.
Citiamo ad es. lo studio pubblicato nel 2006 dall'ASS6, dal quale emergeva che nei prossimi decenni nella nostra Provincia, che purtroppo annovera il tasso di natalità tra i più bassi dell'Italia, ci dobbiamo aspettare una rapida crescita del numero di anziani. Aggiungendo che l'allungamento della vita andrà anche ad aumentare le patologie croniche e in genere le varie necessità tipiche della persona anziana, anche se in buona salute, il quadro è decisamente preoccupante: lo studio prevede che già nel 2030 tre persone su quattro avranno bisogno di cure e gli over 65 costituiranno due terzi della popolazione.
Dal punto di vista sanitario, e questo ce lo sentiamo dire continuamente, significa “riorganizzare l'offerta secondo nuove modalità assistenziali basate sul principio di continuità delle cure e periodi di degenza di lunga durata”.

Ma non solo di politiche sanitarie si deve trattare, secondo noi. Anche le scelte amministrative a livello comunale possono attivarsi. Oltre che a seguire attentamente il percorso delle scelte e delle ristrutturazioni compiute dal Governo regionale e  di seguito dalle Aziende Sanitarie, un Comune può attivamente farsi promotore nel diminuire i problemi alla radice.
E insistiamo ancora una volta sul tema 1) di una città più vivibile e 2) delle politiche abitative: Sacile va resa una città a misura di pedone e ciclista in modo diffuso e dobbiamo seriamente combattere il problema dell'inquinamento e dobbiamo offrire agli anziani abitazioni salubri, economicamente sostenibili e adatte alla sicurezza e facilità di movimento.

Aspettando i dati ISTAT aggiornati prendiamo intanto come riferimento quanto già sappiamo (pubblicato dettagliatamente nel nostro articolo “I numeri non sono chewing gum”), e cioè che anche nella nostra città gli over 65 rappresentano ormai il 20% della popolazione, che una gran parte vive sola e che le abitazioni sono troppo grandi, troppo datate e troppo lontane dal centro, dove si trovano negozi e servizi.
Dal 2001 al 2011 Sacile ha visto un aumento della popolazione del solo 8,5%. I trenta Comuni italiani che sono in cima alla classifica si piazzano tra il 60% e il 220% per aumento di residenti.
L'offerta abitativa va ben oltre le reali esigenze del nostro Comune (v. articolo "Fervore edilizio, case vuote e sfratti"), ma bisogna intervenire su vari aspetti:
Vanno ristrutturati gli edifici esistenti per poterli trasformare
a) in unità abitative di minor dimensione, ad es. suddividendo un appartamento di 120 m2;
b) in ambienti senza muffe e senza dispersione di energia (più caldi d'inverno e più freschi d'estate);
c) in abitazioni certificate senza barriere architettoniche;
d) in abitazioni che possano attirare gli anziani verso il centro.

A questo proposito SPS ritiene da tempo che, oltre al patrimonio edilizio obsoleto esistente, si dovrebbe avviare un dibattito ed una raccolta di idee relativamente all'ex Distretto Militare. Non importa se ad oggi non ci sono fondi, ma è importante arrivare, il giorno in cui le risorse potrebbero esserci, con in mente una soluzione pronta e condivisa. Altrimenti si verificherà il solito: a fronte della possibilità materiale ci perderemmo mesi e anni per i soliti conflitti su cosa e come realizzare.

Vogliamo offrire anche uno spunto virtuoso dal quale partire: si tratta di un bel esempio di progettazione partecipata e bioecologia (guarda caso!!!), presentato al meeting nazionale di CittàSane del 2006, che ha portato alla realizzazione nel Comune di Forlì di un complesso denominato “Casa Facile”. Si tratta di 15 unità abitative, 11 per persone anziane, 2 per disabili e 2 per giovani coppie con funzione di “famiglie di appoggio”. La filosofia insomma è quella del “condominio solidale”, dove gli anziani possono aiutare le giovani coppie ad es. a tenere qualche oretta i bambini, ad innaffiare le piante quando le famiglie sono in vacanza, a portare a passeggio il loro cane se i giovani son via molte ore per lavoro. Le famiglie giovani si impegnano ad es. a fare la spesa o a comprare medicine se l'anziano è ammalato, o ad aiutarlo in un piccolo lavoro di fatica.

Ecco, questo è un esempio di quanto SPS intende fare in un suo eventuale prossimo governo di Sacile, per una politica abitativa proiettata verso le esigenze del futuro, salubre come ambiente e poco costosa nella gestione, che fertilizza le relazioni sociali, che non consuma altro suolo e che oggi metterebbe in moto il settore dell'edilizia e i suoi correlati.

PS: Dopo averci dato per l'ennesima volta degli allarmisti, il Sindaco annuncia sia per fine 2014, sia per fine 2015, che "i residenti sono in calo", cioè che Sacile è scesa ben sotto i 20.000 abitanti.

Ultimo aggiornamento Sabato 26 Dicembre 2015 19:10
 
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