Come risolvere una pericolosa "promiscuità" Stampa
Domenica 13 Settembre 2015 16:25

Dal 14 settembre 2015 si ripresenta il terribile pericolo della "promiscuità" al momento dell'entrata a scuola degli allievi della Media Balliana - Nievo con gli studenti del Liceo Pujati di Sacile.

SPS propone quattro diverse soluzioni.

La prima, quella che avrebbe consenso immediato da tutti, il "drive in at school":
Si tratta di creare un anello asfaltato intorno all'edificio della Balliana - Nievo. Per prima cosa vanno abbattuti i tigli del viale interno al parco. Il ring avrebbe inizio, rispettando il senso unico di v.le Zancanaro, con entrata dal vicolosulla destra che porta dove oggi si trova il grande cancello da cui si accede al cortile del Pujati. Si percorre l'anello asfaltato, a metà percorso si realizza una stazioncina di fermata alla quale l'automobile del genitore attua la fermata con motore acceso e fa scendere l'allevo/a. Poi si prosegue per l'anello uscendo dal vicolo opposto, che porta all'incrocio con via Bellini, per immettersi nuovamente nel senso di marcia di v.le Zancanaro.

La seconda, quella della " separazione antisettica":
Si tratta di un sistema di reti, attentamente progettato, che separa senza possibilità di scavalco, allievi e studenti. Immaginate che dalla rete esterna, che già cinge l'area del parco, partano diversi altri percorsi di recinzione che a volte si snodano paralleli e a volte si intersecano ad angolo retto. Una rete dovrebbe essere tirata dall'entrata del parcheggio posteriore, entrata ad oggi usata, per delimitare il percorso di entrata verso il retro dell'edificio delle Medie dal cortile del Pujati. ad angolo retto verrebbe poi a sua volta intersecata da una recinzione che terrebbe divisi gli allievi dagli studenti che dalla sede principale del Liceo si devono spostare verso l'ex Aporti. Ulteriore recinzione dovrebbe infine assicurare le netta divisione tra gli allievi medi e i piccoli che entrano alla Materna. A questo minimo reticolo di recinzioni se ne potranno aggiungerne altre in caso di

ulteriore bisogno. Da non dimenticare il posizionamento di diversi cancelli, rigidamente chiusi a chiave, che nel momento del bisogno andranno aperti e chiusi da un collaboratore scolastico appositamente formato e deputato esclusivamente a questa mansione. Per questa scelta non occorre eliminare il viale dei tigli.

La terza, quella del "percorso protetto":

Si tratta di progettare un sistema di tunnel a gabbia seguendo l'esempio di quelli usati per far confluire nella gabbia principale le tigri; oppure tipo quelli usati per far entrare ii coniglietti dal prato nella loro casetta. Anche in questo caso da due snodi principali ai quali accedere dalle varie entrate, si dovranno poi diramare tanti percorsi ingabbiati quanti saranno i diversi percorsi e accessi delle tre diverse utenze, cioè studenti liceali, allievi medi e bimbi accompagnati da un genitore. Oltre agli snodi andranno dunque anche calcolate ampiezza e altezza dei vari tunnel-gabbia. Anche in questo caso si prevedono inevitabilmente dei punti in cui i percorsi ingabbiati si intersecano e quindi sarà richiesta la presenza del collaboratore scolastico come sopra. I percorsi protetti sfociano infine direttamente in ogni singola aula.

 




La quarta, quella dell' "accompagnamento coatto":
Si tratta di mettere in fila gli insegnanti della prima ora di entrambe le scuole allo scopo di prelevare uno per uno, rigorosamente a mano, ognuno degli allivi/studenti al loro arrivo e portarli nella rispettiva aula. In questo caso sarebbe la soluzione che non richiederebbe alcun costo di progettazione. Per quanto riguarda i docenti basta inserire questa nuova mansione nel prossimo contratto.

SCUSATE, ABBIAMO SCHERZATO.

ORA ... RIFLETTIAMO.

Riflettiamo seriamente, noi che ci riteniamo "adulti", perchè con il trend di involuzione culturale che par farsi largo ultimamente, dovremmo tra un pò pensare che si è fatto bene a lasciare sulla storica Vittorino da Feltre la scritta "MASCHILI" e "FEMMINILI" ... perchè non si sa mai che torneremo anche a quella divisione.

Innanzitutto sull'uso del termine "promiscuo".
Perchè "promiscuo"? Se si intende significare il mettere insieme, mescolare, soggetti diversi, beh, giusto, semplice. Ma in che cosa "sono diversi" gli studenti del liceo dagli allievi delle medie?
Per l'età. E basta.
Allora quando vanno a casa li aspetta una "famiglia promiscua" perchè ci sono i genitori e forse anche i nonni?
Allora se due sorelle di 11 e 16 anni dormono nella stessa camera devono dire che i loro genitori le tengono in una "stanza promiscua"?
Allora quando al sabato si va a mangiare la pizza con le famiglie amiche i genitori dicono che si va a fare una "serata promiscua"?
Allora quando ci sono le giornate del GREST i ragazzi devono dire che vanno a fare "giochi promiscui"?
Il fatto è però che questo termine dà innegabilmente un senso di qualcosa ... di negativo. Trasmette qualcosa di bruttino, qualcosa di disordinato, qualcosa di pericolosetto, no?! Chissà perchè, ma è proprio così (davvero, provate a chiedere!).
Allora, perchè non iniziamo a metterci tutti d'accordo, tutti coloro che ne parlano, stampa compresa, ed EVITIAMO di usare il termine promiscuo e lo sostituiamo con "comune"??? Quindi "entrata "comune" dei ragazzi delle medie e delle superiori". Suona già meglio no? Ancor meglio suona "condiviso". Trasmette un senso di ordine, di comunanza di regole e di rispetto. No?

Riflettiamo ora su come può essersi creato, come può essere stato indotto, come può essersi propagato, questo "problema". Perchè vogliamo partire dal presupposto che nessun genitore pensi seriamente che ci sia un "pericolo" nella vicinanza tra ragazzi che sono diversi solo per età. Perchè vogliamo partire dal presupposto che tanti abbiano figli di età diversa, anche spesso di parecchi anni. Perchè vogliamo partire dal presupposto che tutti noi "adulti" siamo convinti che è bello propio il fatto di mettere insieme bimbi e adolescenti, perchè sappiamo dal vissuto quotidiano che i piccoli adorano i maggiori e che i maggiori, che spesso esteriormente si mostrano infastiditi dai piccoli, possono invece diventare coinvolgenti e responsabili nei loro confronti (pensiamo ad es. ai tempi in cui gli studenti delle allora Magistrali, insieme a quelli dell'IPSIA, organizzavano ogni anno uno spettacolo teatrale per le elementari; penso ad es. a quando d'estate i ragazzi fanno gli animatori nei campeggi; penso ad es. come si svolgono i GREST o come sono organizzate le varie squadre scout; ecc. ecc).
Vogliamo quindi partire dal presupposto che siamo tutti convinti che è bello vedere come le varie età si integrano tra loro, anche attraverso momenti di  conflitto (particolarmente utili in una società di figli unici!), ma che sono parte del crescere.

D'altra parte basterebbe cambiare paese europeo, basterebbe cambiare ordinamento scolastico per vedere annullato il "problema" dell'entrata "comune" (!). Se ci trovassimo in altro paese, dove il curriculum scolastico prevede ad es. che si scelga la via del liceo dopo le quattro elementari, ecco che si vedono la mattina entrare insieme in massa tutti mescolati e senza alcun problema tappi di 10 anni con spilungoni di 17.
La più normale normalissima normalità.

Quindi torniamo alla nostra domanda, da dove può esser nato il "problema"?
Da una gran brutta questione.
Da una gran brutta questione il cui nefasto influsso si manifesta in tuta evidenza sin al primo giorno di scuola dell'infanzia.
Da una gran brutta questione che inizia ad instillare nei genitori il senso del pericolo ad ogni angolo, scuole di ogni ordine e grado comprese.
Da una gran brutta questione che fa di ogni genitore che non "ammanetta" a sè il proprio figlio un GENITORE IRRESPONSABILE che va PUNITO.
Una questione che in tutta Europa riguarda solo l'Italia. Una questione che ha trasformato tutte le scuole da edifici che accolgono e edifici che respingono: grappoli di piccoli alunni per mano ai genitori pigiati sui cancelli chiusi aspettando ogni mattina che rigorosamente si aprano non prima di pochi minuti prima di inizio lezioni. Una volta si arrivava a scuola e si vedevan da lontano le porte APERTE.
Questa gran brutta questione è dunque la questione della "responsabilità di vigilanza sui minori".
Ecco perchè, ad es., alle medie, solo il 3% degli italiani prende da solo un mezzo pubblico, contro il 25% dei britannici e il 64% dei tedeschi.
Una questione che ovviamente ha coinvolto - dal punto di vista normativo e sindacale - il mondo della scuola. Con il risultato che si entra esattamente 5 muniti prima e la conseguenza che i genitori hanno imparato (?!) ad arrivare all'ultimo momento, ammassandosi in auto tutti insieme entro quei pochi minuti, per evitare di dover star lì insieme al pargolo, trovando più comodo scaricarlo in fretta e furia a cancello aperto. Mentre all'uscita l'insegnante deve, brevi manu, consegnare il minore o al pullmino o al genitore.
Ci son stati uno - due anni in cui genitori, insegnanti, Dirigenti Scolastici e Tutori dei Minori coraggiosi e con il cuore e la mente davvero rivolti solo al bene di bambini e bambine, han tentao di trovare scappatoie legali, tipo le "liberatorie"; ci son stati genitori che hanno fatto disubbidienza civile continuando a mandare e far uscire da soli a/da scuola i figli; ci son stati genitori che han dovuto andare a prendersi il bimbo dai Carabinieri perchè la maestra là l'aveva portata.
Alla fine il manipolo di coraggiosi ha dovuto arrendersi.
Così oggi le scuole sono edifici dove non puoi sostare un minuto in più; i bimbi sono come pacchetti postali da consegnare da mano a mano; degli studenti abbiamo fatto invece una "generazione da bar", perchè chi arriva dai paesini alle 7.30, magari con freddo e pioggia, è lì che aspetta (nelle scuole d'Europa ci sono classi apposite per i pendolari che arrivano presto!).

Complimenti a noi "grandi". Complimenti davvero.

Soprattutto pensando che si era intrapresa la via esattamente contraria, quella buona, quella ispirata dal CNR con l'iniziativa "A scuola ci andiamo da soli" che invitava i bambini della scuola primaria ad andare a scuola e tornare a casa con i loro compagni senza l'accompagnamento dei genitori. L’andare a scuola senza essere accompagnati dagli adulti doveva essere solo l’inizio di un programma di restituzione della città ai bambini, che   avrebbero dovuto ottenere la possibilità di muoversi autonomamente almeno nel loro quartiere. Aveva ispirato anche il Pedibus della nostra città che, originariamente e come nel progetto della città dei bambini e delle bambine di Fano, prevedeva un peridodo di accompagnamento e poi solo il presidio dei punti critici di attraversamento.
Invece siamo approdati alcuni anni fa alla diatriba tra genitori e insegnanti su accoglienza e uscita di scuola e quello di oggi è il risultato: in tutta Europa si vedono bimbi che vanno a sucola a piedi o in bici oppure sanno prendere i mezzi pubblici, ed entrano a scuola anche mezz'ora prima se arrivano presto. Da noi invece ormai irrimediabilmente ... ammanettati ai genitori. Sempre più DIPENDENTI.
Indietro non si torna.

Complimenti a noi "grandi". Complimenti davvero.

Perchè invece non pensiamo a responsabilizzare gli studenti nei confronti degli allievi delle medie con un progetto simile a quello di tanti paesi europei, dove proprio gli studenti fanno da aiutanti dei piccoli davanti alle scuole???

Ultimo aggiornamento Mercoledì 17 Febbraio 2021 18:01
 
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