FUOCHI TRADIZIONALI E SALUTE
"L'inquinamento atmosferico è ormai riconosciuto come il "big killer", una delle principali cause di malattie non solo respiratorie e tumorali, ma anche cardiovascolari. Le polveri sottili e specialmente ultrasottili riescono a passare dalle vie respiratorie al sistema cardio-circolatorio, producendo un’ infiammazione cronica della parete dei vasi, che è causa poi della formazione di un trombo e/o di un embolo, che porta a infarti, ictus o emorragia cerebrale, poiché la parete dei vasi sanguigni viene indebolita e finisce per rompersi. Secondo alcune formule in uso tra gli epidemiologi, con i valori abituali di inquinanti, a udine, che conta 100.000 abitanti, si registra una riduzione dell’aspettativa di vita di circa un anno, con circa 2 decessi al giorno più dell’atteso.
Come evidenziato dai nostri studi HESE ed HESEINT dell'Unione Europea e CCM del Ministero della Salute, i PAC (Piani di Azione Comunale) per ridurre i picchi di inquinamento sono ininfluenti sulla salute. Tali misure possono essere utili per una maggiore coscienza della popolazione sul problema: per essere efficaci dovrebbero riguardare tutta la Regione, o ameno la fascia più inquinata e popolata, quella della pianura e della collina e del confine con il Veneto.
Il problema si pone particolarmente nei giorni dell'Epifania, quando gli sforamenti raggiungeranno quote elevatissime, anche di 4 volte il massimo consentito dalla legge e che persisteranno elevati per diversi giorni, come abbiamo evidenziato negli scorsi anni con le nostre strumentazioni, a causa dei fuochi considerati tradizionali.
Si tratterebbe perlomeno di limitare questi fuochi, che tra l'altro non hanno neanche una vera giustificazione storico - culturale, perlomeno nel modo in cui vengono allestiti ora: un tempo infatti tali fuochi erano di dimensioni molto limitate, ed erano composti principalmente da paglia, stoppie ed erba secca, poiché la gente non poteva permettersi di sprecare risorse bruciando legna o altri combustibili.
E’ prevedibile che quest’ anno la situazione sia particolarmente critica, viste le condizioni atmosferiche caratterizzate da bel tempo protratto, inversione termica, alte temperature diurne e mancanza di precipitazioni, tutte sfavorevoli per la salute, le quali predispongono al ristagno degli inquinanti e soprattutto delle temute polveri sottili e ultrasottili.
I picchi registari da noi e anche dall’ ARPA regionale indicano che il problema non è solo al momento del fuoco ben visibile: i falò possono continuare ad ardere molto a lungo e con una temperatura della fiamma particolarmente bassa, continuando in questo modo ad emettere sostanze inquinanti in un momento, la parte centrale della notte, nel quale l’atmosfera favorisce il ristagno degli inquinanti e questi, una volta rilasciati in atmosfera, possono persistervi molto a lungo."
Mario C. Canciani, MD Head, Allergology and Pulmonology Unit Paediatric Clinic Policlinico University Hospital P.le S.M. Misericordia, 15 I-33100 UDINE Italy |