Si pubblica di seguito il comunicato del COORDINAMENTO SALUTE FVG sulla gestione dei Punti di Primo Intervento di Cividale e di Gemona:
COMUNICATO STAMPA Secondo le dichiarazioni di Fedriga e Riccardi e gli annunci sulla stampa locale, a giorni dovrebbero riaprire a Cividale e Gemona i Punti di Primo Intervento (PPI). Ci permettiamo di dubitare sui tempi e soprattutto vorremmo mettere in guardia i cittadini sui costi di quest’ennesima esternalizzazione di un servizio sanitario pubblico e sulla “qualità” dello stesso che non assomiglia minimamente ad un pronto soccorso. E che riserva altre “sorprese”. A fine dicembre viene chiusa la procedura di individuazione di un Ente del Terzo settore per l’affido dei due PPI per 3 anni: i due ambulatori con ciascuno 1 medico e 1 infermiere per turno, senza nemmeno propria ambulanza. Infatti si legge negli atti di ASUFC che in questi PPI si svolgeranno “attività di primo intervento per accessi diretti per ogni patologia che ivi si può presentare con stabilizzazione/trasferimento o dimissione dei pazienti accolti e eventuale attività di valutazione per tutti i codici Bianchi e Verdi”. Viene aggiudicata ad una specifica cooperativa, rispetto ad altra partecipante, perché, come si legge dal verbale di gara pubblico, questa ha indicato la composizione quantitativa e qualitativa delle risorse messe a disposizione. Quindi anche tutto il personale necessario.
Da rilevare che il costo per l’Azienda Sanitaria, e quindi per la collettività, è molto alto: quasi 8 milioni complessivi per i due PPI per 3 anni per 2 persone per turno, utilizzando per di più di materiali, sedi e altri servizi messi comunque a disposizione dal servizio sanitario pubblico. Nonostante le “rassicurazioni” ricevute a dicembre dalla cooperativa vincitrice della procedura, a gennaio in realtà appaiono annunci pubblici di una ditta toscana, che svolgerebbe funzioni di prestatrice di manodopera e/o selezione di personale medico. In questi annunci si fa riferimento esplicito, negli avvisi che girano sui social, alla richiesta di medici per i PPI di Cividale e Gemona (no 118) per un servizio di osservazione di pazienti che arrivano con propri mezzi, dove possono essere sottoposti a esami di primo livello, per essere poi rimandati a casa oppure, per casi più gravi o complessi, esser trasferiti presso Pronti Soccorsi e/o Ospedali di riferimento. A questi medici, si legge, verrebbe assicurato un compenso di 800 euro più alloggio per ogni turno di 12 ore, compenso nettamente superiore, e di molto, al compenso del personale medico dipendente. La ricerca fa capire non solo le cause di questo costo altissimo per l’Azienda sanitaria ma anche come sia probabilmente ancora aperta la ricerca di parte del personale per un servizio che, di fatto, vede (meglio “osserva”) solo codici bianchi e verdi e smista poi le persone, che comunque lo raggiungono con mezzi propri, o a casa o in Ospedali: né più né meno che una guardia medica (aperta per 24 ore) con l’aggiunta di un infermiere. In realtà quindi tutt'altra cosa dai titoli dei giornali e dai comunicati che annunciano “area di emergenza sempre aperta” ! Secondo noi è necessario abbandonare la propaganda e dire tutta la verità a tutte le popolazioni interessate.
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