Fiat: il dramma di una chiusura programmata, solo la lotta dei lavoratori può ribaltare le sorti di una deindustrializzazione evidente ... Stampa
Mercoledì 19 Settembre 2012 08:43

Forse non è il luogo adatto a certe considerazioni, ma sulla vicenda Fiat troppi politici bercianti di destra-centro-sinistra, con il trasversale Monti in testa, stanno sollevando polveroni per non far capire ai lavoratori “tutti” l'essenza del contendere … per quel che vale e a mio modestissimo giudizio le cose stanno così:

1) Intanto: sabato prossimo ci sarà l'ennesima pantomima di incontro a palazzo Chigi tra Marchionne ed Elkan, da un lato, ed i loro portaborse del Governo dall'altro (quindi nessuna controparte VERA al tavolo e non intendo i sindacati ma … i lavoratori, che sono sempre esclusi) che sortirà l'ennesima promessa da NON mantenere. Perché è così: già nel 2010 Fiat aveva promesso di investire in Italia 20 miliardi di euro nel cosiddetto progetto Fabbrica Italia sapendo già di raccontare balle, perché quello non è mai stato un piano industriale ma, per ammissione della stessa Fiat , “un indirizzo strategico” giusto per non fare incazzare la gente … cioè chiacchiere e lo sanno pure i più sprovveduti che i piani strategici vengono riesaminati di continuo per essere adeguati alle condizioni di “mercato” , come dire che sono inevitabilmente soggetti all'arbitrio del padrone, punto! Qundi, la “verità vera” in tutta questa vicenda consiste nel fatto incontrovertibile che la Fiat sta conducendo l'ulteriore attacco frontale alla sua classe operaia: l'obiettivo chiaro è quello di smantellare uno dopo l'altro tutti gli stabilimenti italiani.

2) Ciò che resta del movimento operaio italiano non può aspettare la sentenza di ottobre sul reintegro dei 145 operai Fiom, pur importante (speriamo venga respinto, ovviamente, il ricorso aziendale contro la loro reintegrazione) l'intervento dei giudici non è sostitutivo della necessità di unire i lavoratori di tutte le aziende Fiat (e non solo, viste le analoghe sorti di ILVA, ALCOA, ecc.) in una lotta sola: che prepari l'occupazione degli stabilimenti e rivendichi la nazionalizzazione della Fiat, senza indennizzo e sotto controllo dei lavoratori. Se la Fiat annuncia l'esproprio del lavoro degli operai, gli operai hanno il diritto di rivendicare l'esproprio della Fiat! Quanti decenni sono che la famiglia Agneli percepisce contributi ed aiuti di vario tipo dallo stato per mantenere i propri profitti? Quindi non si tratterebbe neanche di un esproprio, molto semplicemente si tratterebbe di chiedere la restituzione di tutto il maltolto, ridistribuendo il lavoro tra utti i lavoratori (quindi senza esuberi) a parità di paga, per ripartire davvero con l'investire le risorse espropriate agli Agnelli in un progetto di produzione partecipato, deciso dal basso, orientato alla difesa della salute e dell'ambiente.

3) Proposta irrealistica? A me pare irrealistico continuare a scommettere sul falso governo tecnico Monti (PDL, PD ed UDC per intenderci bene) e i suoi ministri milionari, visto che è il governo che ha distrutto le pensioni d'anzianità e l'articolo 18 (con la complicità della CGIL che ha coperto il PD a sinistra isolando drammaticamente le lotte della Fiom), per non parlare del taglio ai servizi e alla sanità, cioè il taglio del salario sociale indiretto dei lavoratori italiani. Cosa volete che facciano questi contro la strafottenza di Marchionne … solo inganni.

I lavoratori possono e debbono recuperare la fiducia nella propria forza, unire tutte le lotte di resistenza e ricondurre tutte le rivendicazioni immediate del mondo del lavoro verso una prospettiva diversa …

Gianni Urioni

Ultimo aggiornamento Mercoledì 19 Settembre 2012 08:59
 
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