Bella serata giovedì 3 marzo presso l'Officina della sostenibilità di Villa Frova per la presentazione del "contratto di fiume Meolo Vallio Musestre" da parte dell'ing. Alessandro Pattaro. Il tutto documentato da un sito ricchissimo di informazioni e di immagini. Alessandro ha spiegato la genesi dei contratti di Fiume (anni '80 Francia e Belgio), la loro evoluzione in Italia (regioni del nord) e le varie fasi dell'esperienza da lui coordinata con i tre Comuni (bacino di ca. 53.000 abitanti) con capofila Meolo. Un percorso partecipativo di qualità visto che è stato presentato anche durante la trasmissione condotta da Luca Mercalli! SPS condivide infatti la filosofia del percorso del "contratto di fiume" perchè si occupa di una tematica di "bene comune" attraverso l'attivazione di un percorso partecipativo in cui, per l'appunto, non sono solo i soliti "portatori di interessi" ad avere voce, ma ogni singolo cittadino; infine perchè questo percorso partecipativo perviene ad un atto deliberativo!
Sono SEI le fasi principali del percorso partecipativo durato circa due anni e non ancora terminato: 1) sottoscrizione di un "carta degli intenti" 2) diagnostica partecipativa per coinvolgere la cittadinanza nella lettura del territorio: in questo caso sono state organizzate molte uscite naturalistiche a piedi e in bicicletta
3) animazione territoriale: eventi vari nei Comuni aderenti per diffondere le informazioni, sensibilizzare ed ampliare ulteriormente la cerchia dei partecipanti 4) assemblee pubbliche per individuare le istanze della cittadinanza (strumento della open space technology) 5) laboratori di visioning: visione di tutti i materiali ed elaborati vari 6) sottoscrizione del protocollo di intesa
Non ci resta che fare ancora una volta i complimenti al Comune di Caneva, che, tra l'altro, ha avviato insieme a Polcanigo e Budoia un processo di partecipazione per pensare e progettare insieme il futuro del territorio e per produrre delle Osservazioni al Piano Paesaggistico Regionale. Hanno chiamato questo progetto "Caneva 2036" perchè giustamente un bravo amministratore non guarda solo fino alla punta del naso, cioè a quei pochi anni che gli servono per incamerare voti, bensì ad un futuro lontano, consapevole che solo con una visione a lungo raggio si possono avviare grandi scelte.
Così Caneva si distingue ancora una volta per una politica del fare e non solo del dire. Perchè come annuci non ci sono problemi: proprio in fatto di contratti di fiume anche la regione FVG ha inserito nella sua legge regionale 29 aprile 2015, n°11, disciplina organica in materia di difesa del suolo e di utilizzazione delle acque, art. 12, questa modalità partecipativa di responsabilità e cura del territorio come segue:
Art. 12 (Contratti di fiume) 1. I Comuni e i Consorzi di bonifica, il cui territorio è compreso entro un bacino idrografico, d'intesa con la Regione, possono istituire i contratti di fiume mediante il coinvolgimento di soggetti pubblici e privati interessati. 2. Il contratto di fiume è un processo di programmazione negoziata e partecipata basato sull'adesione volontaria e finalizzato ad attuare la riqualificazione ambientale e la rigenerazione socio-economica dei sistemi fluviali, coordinandone l'azione di pianificazione dell'uso, della tutela e della valorizzazione dei corsi d'acqua, coerente con le peculiarità e le potenzialità del territorio sotteso, nonché con la pianificazione territoriale e di tutela ambientale. 3. Il processo di programmazione negoziata di cui al comma 2 è articolato nelle seguenti fasi: a) costruzione della rete di attori coinvolti; b) definizione di regole e strumenti condivisi; c) rappresentazione del territorio allo stato attuale; d) individuazione degli obiettivi di preservazione e di riqualificazione ambientale; e) progettazione delle strategie e delle azioni; f) valutazione del fabbisogno finanziario e indicazione delle risorse; g) formalizzazione del contratto di fiume; h) attuazione delle strategie e delle azioni; i) monitoraggio dell'efficacia del processo e dei risultati ottenuti; j) eventuale revisione del processo.
Peccato che ... tutto è rimasto lì. Tutto è fermo alle belle parole e la regione FVG non ha nemmeno varato un manifesto di intenti come lanciato ad es. dalla Lombardia. Inoltre ad oggi mancano ancora i decreti attuativi.
Per non parlare di Sacile, dove del territorio fortemente provato dal continuo rischio esondazione e, al tempo stesso ricco di bellezza di acque, del contributo che potrebbero dare i cittadini al Piano Paesaggistico non ne importa nulla a nessuno. E l'amministrazione continua semplicemente a vendere le riunioni natalizie, in cui si fa il resoconto di "quanto fatto", per partecipazione (in linea comunque con quanto faceva anche il centro sinnistra!). Giusto. In fin dei conti tutti ci credono che essere chiamati come pubblico sia partecipazione.
Tutti. O quasi. |