Il 27 novembre si chiude la gara per l'esternalizzazione del Centro Diurno per Disabili di Sacile ospitato in quella "cittadella della salute" in cui l'ospedale di Sacile si dovrebbe, anche a detta dell'attuale amministrazione, trasformare, ma che con quanto sta accadendo pare invece stia assumendo più l'aspetto di un piatto succulento per appetiti da monetizzare. Un servizio storicamente gestito direttamente dall'ente pubblico viene ora ceduto a terzi, all'interno di un processo che sta erodendo quel poco ormai che rimane sotto il diretto controllo e la diretta gestione pubblica, quasi come se i nostri amministratori fossero colti da un'ossesiva compulsione a liberarsi di ogni bene pubblico e di ogni responsabilità. Si tratta di fatto di un disinvestimento - si badi bene – che SPS giudica di valore morale innanzitutto, che poi non porterà certamente alcuna economia, dal momento che la spesa non si ridurrà di un solo euro! Al contrario, non occorre certo una mente da economisti per predire che i costi sarnno destinati ad aumentare. E la responsabilità di quanto sta accadendo ricade per intero sul Sindaco di Sacile e, in subordine, sui Sindaci del'Ambito 6.1 (Aviano, Brugnera, Fontanafredda, Polcenigo, Budoia, Caneva) oltre che, naturalmente, più in generale, sulla conferenza dei Sindaci che ha confermato la delega dei Servizi all'ASS6.
Una gravissima decisione di disimpegno, anzi di abbandono, condotta coinvolgendo solo formalmente e in misura del tutto superficiale le famiglie, lasciando in verità completamente all'oscuro la cittadinanza che, ricordiamolo, ha tutto il diritto di sapere con quali logiche vengono spese dai loro amministratori (che non hanno una delega in bianco) le risorse pubbliche, specie in settori delicati come quello della disabilità, della solidarietà sociale e del welfare. Va da sè che se cittadini e famiglie non sono stati coinvolti nei processi decisionali , men che meno immaginiamo si sia sentita la necessità di consultare, o quantomeno informare, gli operatori. Pare che nessuno ne sapesse nulla fino alla pubblicazione della la notizia nel sito del Centro Servizi Condivisi che gestisce l'appalto per conto dell'ASS6. Ovviamente non è dato sapere le ragione che hanno portato a questa scelta gestionale: Non è dato sapere quali strumenti saranno adottati per garantire continuità e stabilità in un servizio popolato da persone fragili che necessitano di orizzonti stabili e certi (il turnover non è di per sé un valore e lo ancora meno in un servizio per la disabilità dove il cambio frequente di operatori e il succedersi con cadenza triennale di potenziali nuove aziende a erogare il servizio garantiscono solo disorientamento e ansia per l'utenza. A quanto pare però il benessere delle persone disabili e delle loro famiglie non costituiscono una preoccupazione per il Sindaco di Sacile e i Sindaci dell'Ambito.
Insomma, dalla Sanità, agli asili nido, alle mense, alle case di riposo ... elegantemente pian piano tutto passa di mano (e fa anche rima).
ECCO IL TESTO DEL COMUNICATO STAMPA DELLE ORGANIZZAZIONI SINDACALI:
CENTRO DIURNO DI SACILE: VIA LIBERA DELL'ASS6 ALL'ESTERNALIZZAZIONE
In una fase sociale caratterizzata da incertezza e precarietà l’ASS6 ha scelto di esternalizzare un servizio per l’handicap: il servizio di Centro Diurno, svolto a Sacile da tanti anni in forma diretta ed ubicato nei locali posti all’interno dell’Ospedale. Un'ennesima esternalizzazione che apre la strada verso un complessivo disimpegno dell’Azienda Sanitaria, ovvero di un soggetto gestore pubblico che fornisce da sempre servizi e prestazioni a carattere universalistico come lo sono quelli correlati ad un efficace sistema di protezione sociale finanziato con risorse provenienti dalla fiscalità generale. Si tratta di un intervento effettuato dalla Azienda sanitaria territoriale su delega dei Comuni della provincia titolari di quegli interventi sociali e tenuti ad assicurarli. Tant’è che sono stati i Comuni, di recente, a prorogare la delega alla gestione di questi servizi all’Azienda Sanitaria stessa (tra cui anche questo Centro Diurno, come altri in forma diretta) per altri 3 anni, fino al 2015. La scelta di affidare a terzi il Servizio non è stata accompagnata da motivazioni tecniche, né da una opportuna informazione alle famiglie e agli operatori. Si passa, cioè, da una gestione diretta e continuativa ad una privata/convenzionata, di durata triennale.
Inoltre il bando, in scadenza a fine mese, contiene numerosi punti “oscuri”. In particolare: Riduce il numero delle prestazioni e di conseguenza quello degli utenti da assistere. La struttura pubblica attualmente serve 19 persone dell’Ambito territoriale del Sacilese, a tempo pieno o parziale, gestito con personale dipendente dalla Ass n.6 in stretto rapporto con una Associazione di volontariato che ne amplia parzialmente orari, servizi e utenti). Le caratteristiche del bando non permettono di comprendere come e se il servizio viene migliorato. Anzi la sua lettura ne prospetta un deciso peggioramento. Lo testimonia, ad esempio, la decisione di non rivolgere più il servizio alla fascia di età 51-56. Com’è possibile assumere impegni fino al 2016 - e oltre - considerato che la delega dei Comuni all’ASS6 scade nel dicembre 2015, senza che ci sia un atto scritto che chiede espressamente tale esternalizzazione? Perché c’è una contrazione del numero degli utenti? Che fine faranno gli attuali 12 operatori dipendenti dell’Azienda Sanitaria che prestano quella attività? E soprattutto perché dare in appalto per 3 anni, precarizzando il servizio, senza dare alcuna specifica motivazione, a dispetto della generale soddisfazione raccolta dal Servizio fin qui svolto in maniera continuativa da un gruppo omogeneo e stabile di operatori, che aveva integrato anche un proficuo rapporto una rete di locali Associazioni di volontariato?
Le scriventi OO.SS. hanno richiesto all'ASS6 l'immediata sospensione del bando e di convocare un urgente incontro per affrontare nel merito l’intera questione. Hanno altresì richiesto alla Regione (che esercita un controllo normativo sul tema), attraverso uno specifico incontro con i consiglieri regionali eletti nella provincia, di potersi confrontare concretamente sulle criticità rilevate. CGIL - FP CGIL - USB P.I. - UIL FPL |