Sacile Partecipata e Sostenibile

Inadempienze politico-culturali prima, oltre che tecnico-amministrative PDF Stampa E-mail
Venerdì 10 Febbraio 2012 18:17

Pare risolto l'ennesimo caso di inquinamento a Sacile. L'Amministrazione tranquillizza i residenti delle varie zone che negli ultimi tre giorni avevano percepito odore di gasolio nell'acqua di rubinetto: si tratta della perdita di una cisterna privata fuori uso da decenni e lasciata lì con il suo residuo di gasolio dopo il passaggio all'allacciamento alla rete del metano. La cisterna nel frattempo si è corrosa, il gasolio pian pianino è fuoriuscito, ha invaso il terreno circostante – che stavolta casualmente si trovava proprio attorno all'acquedotto – e risalendo le condutture di sfogo dell'impianto dell'acquedotto le esalazioni si sono propagate nella vasca centrale.
Nessun pericolo, solo il forte odore, nessuna traccia di idrocarburi, precisa l'Amministrazione dopo tre giorni.

Male invece. Molto male.

1) Pessimo esempio ancora una volta della mancanza di una corretta cultura dell'informazione chiara e tempestiva.
L'Amministrazione doveva immediatamente attivare il servizio di chiamata registrata avvertendo la popolazione di quanto era in atto.
Allarmismo??? No, esattamente il contrario. Se in Italia nel tempo ci fossimo abituati a queste modalità di tranquilla e controllata prevenzione sarebbe proprio la fiducia nel messaggio che arriva – e nel mittente del messaggio – che eviterebbe errate interpretazioni, incredulità e allarmismi. Cosa c'è di peggio che due giornate intere di cittadini che singolarmente telefonano a vari uffici comunali e sanitari, contattano per conoscenza personale uno o l'altro esperto nel caso in questione, si scambiano tra loro le informazioni ricevute e spizzichi, le assemblano, avvertono l'un l'altro che si incontra per strada o nel condominio, ecc. E il bello è che alla fine resta comunque un certo sentore  di “chissà se i nostri amministratori ce l'hanno raccontata giusta e se davvero non siamo mai stati in pericolo”. Non è così che va sempre?!
2) Mai una volta che allora si guardi in faccia la realtà. Eppure i segnali nel tempo ci sono. Ma ancora una volta non siamo un popolo – e non abbiamo una classe politico-amministrativa – che si basa sulle cifre.
Ogni due anni esce regolarmente il rapporto da far rizzare i capelli di quante caldaie non siano MAI state sottoposte al controllo, di quanto in ritardo sia qualsiasi censimento, di quante si possano solo stimare essere le “bombe ecologiche”. Prendiamo un semplice articolo della stampa locale del 15 novembre 2007: titolo “Caldaie, più di 30.000 senza controlli. Comune e Provincia non riescono a garantire le verifiche e manca ancora un censimento certo”. Prendiamo un altro? Eccone uno del 6 dicembre 2011: “Ambiente, rischio cisterne. Forse tra 25 e 30 mila i serbatoi interrati in provincia con residui di idrocarburi. Bombe ecologiche ignorate. La carenza di norme non prevede obblighi di segnalazione.”
E arriviamo al punto 3.
3) Solito girotondo: la politica non può permettersi di fare quel che dovrebbe fare, cioè il suo dovere nei confronti degli inadempienti, perchè è lei stessa la prima inadempiente.
E non solo dal punto di vista più semplicemente materiale: quante “bombe ecologiche” sono di proprietà pubblica (ricordiamo la cisterna della scuola vecchia di San Michele...)???
Ma innanzitutto per difetto di percorso. Nemmeno capaci di aver definito, a livello magari regionale, quale via percorrere per avere un ente certo (ARPA? altro?) che parta finalmente dal censimento e approdi alla fine ad un progetto globale di bonifica.
4) Perchè questa è la realtà: è vero che la legge non ammette ignoranza, ma perchè, se i primi “che ignorano” sono coloro ai quali affidiamo la nostra fiducia nel permetterci di vivere all'interno della legge? Se i nostri politici e amministratori se ne fanno un baffo delle normative regionali, nazionali e ancor più europee, come si può accusare il cittadino di essere inadempiente? O vogliamo che ogni mattina al bar invece della stampa locale tutti i cittadini si leggano la Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana? (Meglio di no, sarebbe anche oltremodo un grande pericolo per le prossime elezioni.....)
Prendiamo solo come esempio la questione della depurazione delle acque che da oltre 10 anni vede immobile la nostra nazione rispetto alle Direttive europee: SPS ha segnalato infatti che anche Sacile è citato nell'elenco dei comuni italiani per infrazione delle norme UE sulle fognature, come previsto dalla Commissione Europea che in data 19/05/11 aveva trasmesso il parere motivato emesso dalla Commissione europea nei confronti della Repubblica Italiana per l'applicazione in Italia della direttiva del Consiglio 91/271/CEE, del 21 maggio 1991, concernente il trattamento delle acque reflue urbane. Se Roma non avesse adempiuto entro due mesi, Bruxelles si sarebbe rivolta alla Corte di giustizia. Secondo voi, Roma “ha adempiuto”?
A pochi chilometri dal nostro confine, l'Austria nel giro di 3 anni, entro il 2004, ha interamente messo a norma l'intero territorio. Le Amministrazioni hanno fatto la loro parte nel tratto pubblico e la cittadinanza ha dovuto allacciarsi. Sicuramente ci son state spese. Sicuramente si è pensato come pervenire ad accordi convenienti per finanziamenti agevolati. Sicuramente non è stato facile. Ma ad oggi una Nazione intera guadagna ogni anno in salute delle sue acque.
E così potrebbe anche crearsi il seguente paradosso: un cittadino abita una casa del centro storico dichiarata abitabile ma con un bel tubone che scarica direttamente nel Livenza. L'Amministrazione arriva e dice al cittadino di provvedere modificando il suo sistema con un percorso xy, una vasca xy e altro xy. Bene, il cittadino può rispondere che non ha nessuna intenzione di spendere soldi per un "adeguamento" non più attuale. Per un intervento che è già sorpassato da altre norme. Norme alle quali l'Amministrazione non si è adeguata. Non si può far pagare ai cittadini una cosa già obsoleta, una cosa che già si sa va cambiata. Il cittadino ha tutto il diritto-dovere di pagare esclusivamente nel momento in cui potrà allacciarsi alla fognatura pubblica. Perchè questo prevede la normativa europea. Punto.
Essendo noi invece la Nazione dei ritardi, delle proroghe, dei rinvii, delle deroghe, tutto resta fermo e tutto diventa alla fine così costoso che non si sa più da dove iniziare.
5) Conclusione: il problema c'è. Le cisterne sono sicuramente ancora numerose a Sacile. Si proceda a viso aperto, per il bene futuro di tutti. L'Amministrazione si doti di un percorso intelligente, dia l'esempio in prima persona bonificando quanto di pubblico, informi capillarmente, cerchi una via per facilitare l'esborso ai cittadini, e alla fine potrà anche mettere un limite, entro il quale allora non ci sarà più nessun occhiolino semichiuso.
(Piccolo inciso: sono davvero tutti allacciati a fognatura, ove presente???!!!)

Costerà fatica, un po' per ciascuno.
Ma tutti avranno coscienza del guadagno finale e duraturo e avremmo grande rispetto e fiducia per risolvere legittimamente altre future questioni.

Per quanto riguarda l'annuncio della Casa dell'Acqua Pubblica solo un commento: l'Assessora Gava aveva annunciato i 30.000 Euro poco dopo le elezioni, alcuni mesi dopo aveva annunciato che la regione non aveva più erogato i fondi, ora riannuncia l'installazione. In effetti altri Comuni del FVG l'acqua del Sindaco alla spina nel frattempo ce l'hanno. Speriamo che stavolta l'annuncio anche a Sacile si trasformi in realtà.

NOTA: sulla stampa locale del 18/02/12 l'Ass. Gava conferma che non esiste nè censimento nè indicazioni sugli obblighi dei proprietari in relazione alle cisterne dismesse. L'Amministrazione si impegna a provvedere.
Speriamo non succeda come con la famosa "valutazione energetica di tutti gli edifici comunali"..... che stiamo ancora aspettando.....

Ultimo aggiornamento Sabato 14 Aprile 2012 20:34
 
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