Si pubblica volentieri di seguito la segnalazione di una cittadina sacilese:
"Ma cosa c'è di più distensivo che andare al giovedì al mercato a Sacile? Il giro della piazza, le bancarelle, gli incontri casuali, fermarsi a bere un caffè e ascoltare cosa racconta la gente con le sue gioie, ma anche con le sue disavventure e scoprire così particolari situazioni che spesso non si leggono sui giornali, perché vita quotidiana vissuta non fa notizia. A volte capita anche che l’ascolto sia utile per capire il disorientamento dei cittadini che ad un tratto si ritrovano imprigionati inconsapevolmente nei meandri della burocrazia: quella di cui si parla sottovoce per paura di cose peggiori o di essere presi ancor più di mira dal sistema.
Allora ecco scoprire un problema che quasi nessuno conosce, se per sfortuna non gli è capitato: nel caso sia l'Agenzia delle Entrate a riscuotere i vari tributi per conto di un altro Ente pubblico, anche se le cartelle non sono corrette o sono “impazzite”, si viene costretti a pagare perché l'eventuale ricorso BLOCCA la liquidazione di qualsiasi somma che invece sia dovuta da parte degli stessi Enti!
Esempio: immaginiamo un artigiano che lavora per enti pubblici, anche per più di uno perché iscritto al mepa o per un affidamento diretto di vario tipo. Gli arriva la TARI sbagliata, anche solo di qualche centinaia di euro. Non la paga e, sicuro dell’errore, fa ricorso, fissando pure un appuntamento. Ebbene, succede allora che il pagamento dei lavori fatti e finiti per le pubbliche amministrazioni, per somme grandi o piccole che siano, NON POTRÀ ESSERE LIQUIDATO!
Forse il Comune di Sacile non ci ha pensato al momento dell'affidamento alla AdE, forse amministratori da maggioranza e minoranza non conoscono il sistema, forse semplicemente non prestano molta attenzione alla gente se non vicino alla campagna elettorale. Che importa poi se questo disaffeziona alla vita cittadina, alle segnalazioni lecite, alla collaborazione, aumenta i divari, fa perdere senso alla democrazia, nutre invece il clientelismo e l’illecito, e da lì a cose peggiori è un attimo. Chi Amministra dovrebbe ascoltare tutti, pure chi gli presenta il problema apparentemente più semplice. E magari ascoltando e cercando di comprendere e di risalire all’origine della questione si potrebbe anche trovare una soluzione e amministrare al meglio per tutelare giorno per giorno cittadinanza e territorio."
Perciò sono andata nel sito dell'Agenzia delle Entrate che ci comunica alla voce “Sospensione” nell’area “imprese e professionisti” quanto segue:
"Se ritieni che le somme indicate in cartella non siano dovute, puoi chiedere all’Agenzia delle entrate di sospendere la riscossione affinché l’ente creditore possa verificare la situazione. La Legge n. 228/2012 stabilisce che è possibile chiedere la sospensione legale della riscossione degli importi indicati in una cartella o in ogni altro atto notificato dall’Agente della riscossione. Ricevuta l'istanza, l'Agenzia si fa carico di trasmetterla all'ente creditore e, in attesa della risposta, sospende le procedure di riscossione. In assenza di riscontro da parte dell'ente entro 220 giorni, la legge prevede che il suo debito venga annullato, in alcuni casi (prescrizione o decadenza intervenute prima della consegna del ruolo, provvedimento di sgravio emesso dall'ente creditore, pagamento effettuato prima della consegna del ruolo). Se i documenti inviati non sono idonei a dimostrare che il pagamento non è dovuto, l'ente creditore ti informa del rigetto della richiesta che hai presentato e comunica all'Agenzia di riprendere le attività di riscossione."
La domanda quindi è: nel caso in cui i tempi biblici dell'AP per fornire verifica/risposta sulla inesattezza della notifica, oppure, peggio ancora, nel caso non pervenga alcun riscontro, per 220 giorni chi ha correttamente eseguito il suo lavoro non vede un solo Euro?!!! |