Sacile Partecipata e Sostenibile

Oggi, la Commissione Europea si pone obiettivo CONSUMO DI SUOLO ZERO entro il 2050. PDF Stampa E-mail
Martedì 22 Gennaio 2013 10:21

"Ci hanno detto che eravamo utopisti sognatori, ci hanno detto che eravamo radicali estremisti, ci hanno detto che eravamo ambientalisti sovversivi. Oggi, la Commissione Europea si pone obiettivo CONSUMO DI SUOLO ZERO entro il 2050. I veri estremisti sono i barbari cementificatori che stanno distruggendo il nostro paese."
(Domenico Finiguerra, Sindaco promotore del Manifesto per il consumo di suolo zero)

SPS, dopo aver per prima (e finora unica) forza politica in FVG aderito al Manifesto Stop al Consumo di Territorio, convintamente al fianco di Domenico Finiguerra, vi propone questo importante documento della Commissione Europea:
“Il terreno e il suolo sono risorse vitali dell’Europa, oltre che la base di gran parte dello sviluppo del
nostro continente. Tuttavia, nel corso degli ultimi decenni l’occupazione di terreno per l’urbanizzazione e la costruzione di infrastrutture è aumentata ad un ritmo più di due volte superiore al tasso di crescita demografica, tendenza che non può che rivelarsi insostenibile a lungo termine. L’impermeabilizzazione del suolo – che si verifica quando la terra è coperta da un materiale impermeabile come il cemento o l’asfalto – è una delle prime cause di degrado del suolo nell’Unione europea.
L’impermeabilizzazione del suolo comporta un rischio accresciuto di inondazioni e di scarsità idrica, contribuisce al riscaldamento globale, minaccia la biodiversità e suscita particolare preoccupazione allorché vengono ad essere ricoperti terreni agricoli fertili.”
Così scrive Janez Potočnik, commissario europeo per l’ambiente, nella prefazione alla pubblicazione “Orientamenti in materia di buone pratiche per limitare, mitigare e compensare l’impermeabilizzazione del suolo” della Commissione Europea.

Ogni Stato membro dovrà tener conto delle conseguenze derivanti dall’uso dei terreni entro il 2020, con il traguardo di un incremento dell’occupazione di terreno pari a zero da raggiungere entro il 2050.  Dalla metà degli anni ’50 la superficie totale delle aree urbane nell’UE è aumentato del 78% mentre la crescita demografica è stata di appena il 33%.  È ora che frenare il consumo di suolo diventi un’aspirazione condivisa.
Infatti, come elemento fondamentale per raggiungere l’obiettivo “consumo di suolo = zero” la Commissione europea indica la piena collaborazione tra tutte le autorità pubbliche competenti, non solo dei dipartimenti preposti alla pianificazione ma, soprattutto, di Comuni, Province e Regioni che territorio lo gestiscono.

Oltre a ridurre gli effetti benefici che un terreno ha sull’ecosistema, l’impermeabilizzazione di un ettaro di suolo significa far evaporare una quantità d’acqua tale per cui viene impiegata l’energia prodotta da 9000 congelatori, circa 2,5 kWh, per rendere quel terreno arido. Supponendo che l’energia elettrica costi 0,2 EUR/kWh, un ettaro di suolo impermeabilizzato fa perdere circa 500mila euro a causa del maggior fabbisogno energetico.
Limitare l’impermeabilizzazione del suolo è sempre prioritario rispetto alle misure di mitigazione ma laddove questo non avviene verde pubblico e uso di materiali permeabili sono i due principali elementi per tendere verso il risparmio energetico. Ad esempio un tetto verde riduce i costi energetici di un edificio dal 10% al 15%.
Per non parlare dell’inquinamento: un albero calato all’interno di un contesto urbano può catturare 100 grammi netti di polveri sottili l’anno (invece in FVG, tra il 1990 e il 2000, l'area boschiva è diminuita di 257 ettari).

Come ultima possibilità viene contemplata la “compensazione” (che non è quella intesa in Italia dove si “compensano” i metri cubi tolti da una parte e messi da un'altra!), bensì quella intesa dalla pianificazione tedesca:
“Il sistema tedesco di “eco-account” si basa sullo scambio di eco-punti. Alle costruzioni che richiedono misure di compensazione naturale secondo la legge per la tutela del patrimonio naturale sono attribuiti degli eco-punti. I costruttori devono dar prova di avere realizzato misure compensative di pari valore altrove. Gli eco-punti possono essere acquisiti presso agenzie di compensazione, ufficialmente autorizzate, che possiedono eco-account, vendono eco-punti e mettono in atto le relative misure.
I classici progetti di compensazione si occupano ad esempio di migliorare la biodiversità di habitat e paesaggi protetti, oltre che delle pratiche agricole passando da forme intensive a estensive, e delle pratiche di gestione delle foreste.”
(capitolo 4.11. Eco-account e sistemi di compensazione)

Chissà, ancora una volta, se i nostri politici sanno di questo documento (o ne sanno e ne tacciono!?). Non è difficile prevedere che chiedermo le solite "deroghe" e quando anche queste avranno raggiunto il tempo massimo concesso, verremo sanzionati.

Noi, ad ogni modo, riteniamo che siano innanzitutto i cittadini a doverlo conoscere – per essere cittadini ben informati sui veri fatti!

Vai al documento >>>

Ultimo aggiornamento Mercoledì 23 Gennaio 2013 16:11