Leggiamo in parallelo: Mentre a Sacile SNUA e GEA protestano per non esser state tenute in considerazione al momento del rinnovo del contratto relativo alla gestione del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti (rinnovato ad Ambiente Servizi), a Porcia accade lo stesso, cioè l'affidamento riconfermato a SNUA per il prossimo triennio. Quindi a Porcia non protesta SNUA e a Sacile non protesta Ambiente Servizi. Lo stesso meccanismo va bene o va male a seconda che nel tal Comune riguardi questa o quella società. La richiesta di una “indagine di mercato” arriva sempre dove si è stati esclusi. Nulla di strano. Nulla di nuovo ad ovest del FVG. Concordiamo con il nostro Sindaco quando dice che sarebbe meglio iniziare a dialogare, perchè intanto, a est del FVG, si stanno delineando quelle fusioni che prima o poi porteranno alla società unica regionale. Si è svolta infatti a Trieste giusto ieri, 25 ottobre, la conferenza stampa sui primi risultati prodotti dalla fusione tra Hera e Acegas Aps dopo 10 mesi di lavoro. I risultati, considerati molto soddisfacenti dal Sindaco Cosolini, potrebbero essere preludio all'espansione ulteriore a livello regionale, è stato detto.
Per quanto riguarda nello specifico Sacile, SPS si è già espressa relativamente alla forma gestionale di queste società, pur “al 100% pubbliche”. Siamo convinti che, come è da poco stato messo in luce sia dalla Corte dei Conti, sia nel convegno nazionale sulle partecipate tenutosi a Udine il 12 ottobre, alla fine le spese negli anni per le tasche dei cittadini del FVG siano state e siano ingenti. Non a caso un tema quanto mai attuale vista l’espansione delle società partecipate, troppe volte “non giustificata”, come si è detto al convegno intitolato “Il controllo degli organismi partecipati dagli enti locali”organizzato dall’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Udine con l’Ancrel (Associazione nazionale certificatori e relatori enti locali).
Intanto, per alleviare subito il peso delle bollette in questi tempi sempre più difficili, sarebbe utile dilazionare il pagamento delle stesse nel doppio del tempo previsto attualmente, nel caso l'utente sia in cassa integrazione. Poi si potrebbe ragionare su eventuali altri margini possibili di efficacia ed economicità: Dal momento che va coperto il cento per cento del costo del servizio quali possibilità ci possono ancora essere per contenere a monte i costi di raccolta e smaltimento? Ad es., è davvero necessario passare una volta al mese a recuperare gli ingombranti (quelli su prenotazione telefonica) o basterebbe una scadenza bimestrale? Ora che plastica e lattine vanno insieme può essere ridotto uno svuotamento al mese del vetro? Se abbiamo ulteriormente incrementato la percentuale di differenziazione può essere ridotto uno svuotamento al mese del secco?
Una cosa è certa, non si risparmia sulla pelle dei lavoratori. Non ci pare infatti assolutamente consono al pesante lavoro il fatto che sia un solo operatore debba guidare il camion e scendere a recuperare e caricare il rifiuto. Proviamo un po' a immaginare quante volte significa scendere e salire al giorno e moltiplicare poi per tutto l'anno. Ginocchia e schiena ringraziano del risultato della moltiplicazione.
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