Sacile Partecipata e Sostenibile

riduzione dei rifiuti: c'è chi ci crede davvero e sa dimostrarne la validità. E noi? Mai? PDF Stampa E-mail
Domenica 27 Aprile 2014 20:23

"Cascina Cuccagna" (Zona 4 Milano) è stata protagonista di un interessante progetto relativo alla possibilità di gestione, riduzione, trasformazione dei rifiuti di una intera comunità: per 6 mesi ha trasformato in proprio 2,6 tonnellate di umido con una compostiera elettromeccanica in 100 kg di umido e 40 kg di compost ogni 3/4 settimane.
L’esperimento non solo ha pienamente convinto tutti i residenti della zona, ma ha dimostrato ancora una volta la validità di quelle che apparentemente sembrano solo “piccole buone pratiche”, mentre invece si rivelano vincenti non appena uno immagina la loro diffusione capillare in varie realtà, come mense, poli scolastici, aziende agricole, ristoranti, ospedali, ecc.

Il consorzio AMSA, guidato da Andrea Di Stefano, ha voluto sperimentare cosa significasse gestire in proprio l’umido prodotto nella Cascina per 6 mesi, al fine di produrre un compost utilizzabile dalla stessa Cascina e dai cittadini del quartiere, per orti urbani, giardini e balconi della zona.
Così è arrivata la “compostiera di comunità” ha “masticato” il rifiuto organico in gran parte versato dal ristorante della Cascina), trasformandoli con le sue due camere: una di fermentazione e una di stabilizzazione, in "compost a KM 0”.

L’organico inserito nella compostiera viene triturato e automaticamente miscelato con uno strutturante secco (pellet) e poi passato nella camera di fermentazone o sviluppo, dotata di un impianto di areazione, dove il rifiuto fresco resta in contatto con il materiale già inserito per 20 giorni; poi il materiale passa alla camera di maturazione dove viene completato il processo di compostaggio in 40 giorni. 
La compostiera meccanica è a tenuta stagna e lavora in condizioni di assoluta igiene. Produce minime quantità di CO2 e composti azotati gassosi senza alcun tipo di odore sgradevole. Il materiale viene infatti inserito direttamente nel vano di ingresso della macchina, senza alcun stoccaggio del rifiuto organico.

 



L’apparecchiatura è costituita da:

-  un trituratore in ingresso per lo sminuzzamento del materiale organico;

- un serbatoio con dosatore integrato di strutturante carbonioso secco (pellets, necessario a bilanciare il rapporto carbonio/azoto, ridurre il contenuto di umidità e dare struttura al compost finale), che provvede in automatico al dosaggio ed alla miscelazione dello strutturante con il materiale organico;

-  una struttura a doppia camera, la prima di “sviluppo” o “fermentazione attiva” (dove il rifiuto fresco entra a contatto con il materiale già inserito e dove avviene la vera e propria trasformazione in compost) e la seconda di “maturazione” (dove il compost, separato dall’immissione di materiale fresco, termina il processo e si stabilizza); le due camere, comandate in modo autonomo, sono entrambe dotate di bracci meccanici spiroidali di miscelazione (azionati automaticamente a intervalli pre-impostati) e di sportello per l’ispezione;

-  un sistema di ventilazione forzata per garantire il corretto afflusso di ossigeno per il buon funzionamento del processo (che é completamente aerobico) e per il mantenimento del giusto grado di umidità nelle due camere (le piccole quantità di vapore che si sviluppano nel processo sono catturate, convogliate in un collettore dove condensano e raccolte in un apposito bidoncino);

-  un sistema di svuotamento semi- automatico per l’estrazione del compost;

-  un sistema di controllo a bordo macchina consente di adeguare il settaggio dei parametri di funzionamento dell’apparecchiatura alla tipologia del rifiuto organico da smaltire e un controllo da remoto con trasmissione dati invia resoconti periodici sull’attività del macchinario, segnala allarmi, ecc.

Ultimo aggiornamento Domenica 27 Aprile 2014 21:04