In teoria non possiamo che concordare con la previsione di alcune rotatorie previste dal nuovo Piano Urbano del Traffico, in primis con quella in via Cartiera Vecchia all'intersezione con via Carducci. Concordiamo anche con l'effetto auspicato, che sarebbe quello di eliminare i punti di pericolosità degli incroci in questione, rallentando ma al tempo stesso fluidificando il traffico veicolare. Infatti una rotonda fatta a regola d'arte dovrebbe obbligare a rallentare e induce così il conducente ad allargare la visuale e poter cogliere in questo modo tutti gli elementi presenti nell'ambito del manufatto. Perciò si può parlare di una riduzione dei punti di conflitto teorici tra i veicoli e, in caso di collisione tra questi, non di prevalenti scontri frontali, ma laterali, quindi meno gravi. Inoltre i costi di gestione/manutenzione sono inferiori rispetto ad un incrocio semaforizzato.
Ma purtroppo, almeno finora, così non è.
Più volte abbiamo fatto presente, e sulla stampa sono apparse anche rimostranze da parte della cittadinanza, che la rotatoria di S.Odorico è molto pericolosa per chi non la percorre in auto. Perchè infatti così è nella stragrande maggioranza delle rotonde: per pedoni e ciclisti (ma anche per i motociclisti) questi tipi di incroci sono i punti più temuti della rete stradale. E non è certo una sensazione.
Il carattere di molte delle nostre città è stato alterato dalla realizzazione di rotatorie a più corsie con progetti che vengono percepiti come ostili, pericolosi e inappropriati. Vi sono casi nei quali sino al 25% del totale degli incidenti che avvengono nelle rotatorie coinvolgono i ciclisti e provocano feriti gravi e anche morti. Gli incidenti che coinvolgono i ciclisti avvengono sia alle intersezioni, sia all'interno dell'anello, perchè le auto non danno la precedenza al ciclista e gli tagliano la strada. Per quanto riguarda i pedoni invece, troppo spesso gli attraversamenti pedonali non son visibili a chi si accinge ad uscire dalla rotonda: nel momento che esce l'automobilista accelera ma si trova davanti all'improvviso il pedone che sta attraversando sulle strisce (è il caso della seconda rotonda di S.Odorico, quella più piccola di fronte alla Pizzeria).
Lasciando le rotonde di S.Odorico possiamo trasferire lo stesso problema su quella – peraltro ancora da terminare – di via M.Sfriso. I residenti ne erano inizialmente contenti perchè speravano proprio in una maggior sicurezza rispetto all'incrocio semaforizzato dove molti non rispettavano né il giallo né il rosso. Ma ad oggi la sicurezza non pare proprio migliorata. Le automobili non sono certamente indotte a rallentare: data l'ampiezza della circonferenza le macchine si trovano davanti una traiettoria quasi senza dover girare il volante, se si tratta di proseguire dritti in via Sfriso. Quindi chi proviene dalla Pontebbana, nemmeno rallenta. Ad oggi manca ancora la sistemazione dei passaggi pedonali, ma anche quando saranno pronti, si capisce già che la sicurezza sarà molto precaria. (L'Assessore Sanson, secondo ex Ass. della Lega, aveva detto che il ritardo era causato "dal freddo" - a che temperatura dovremmo arrivare per la conclusione dei lavori?)
Vi è dunque una grande differenza tra l'essere d'accordo sull'utilità di una rotatoria in un dato incrocio ed essere invece d'accordo su come viene poi realizzata. Forse perchè ancora una volta, nonostante diversi paesi europei si siano dotati di normative e guide di riferimento in materia di realizzazione di rotatorie, in Italia non abbiamo ancora una normativa specifica in materia. Finchè non si affronterà con convinzione la questione degli attraversamenti ciclabili e pedonali e non si specifica quale soluzione di rotatoria sia da adottare in situazioni urbane, che son ben diverse dalle rotatorie di strade extra-urbane, come ad esempio in caso di entrate/uscite da autostrade, non ci sarà in città sicurezza per gli utenti deboli. Più è ampia la carreggiata, più e ampio il raggio della rotatoria, più è necessario inserire una corsia separata per ciclisti. Si può ricorrere ad es. all'inserimento di attraversamenti ciclopedonali rialzati, con indicazione delle fasce gialle e nere in rampa, che si raccordano con la quota dei marciapiedi, che possono migliorare le condizioni di sicurezza di pedoni e ciclisti in attraversamento della rotatoria. Oltre che, come al solito, la più ampia estensione in ambito urbano del 30km/h che riduce la velocità a prescindere da qualsiasi rotonda!
Insomma, una promessa di "sicurezza" che il più delle volte non vien mantenuta. Un pò come lo specchietto per allodole rappresentato dalla promessa di strade finalmente sicure grazie ai "Velo-OK". Perchè i veri destinatari non sono gli utenti deboli. Perchè in verità non si toccano i privilegi del traffico motorizzato. Ecco perchè SPS è d'accordo sul principio, ma …. anche no: per come le rotonde vengono poi realizzate!
 
PS.: tre giorni dopo appaiono le strisce pedonali. Peccato siano già stinte due settimane dopo - vedremo tra due mesi! |