Sacile Partecipata e Sostenibile

Scempi sacilesi .... PDF Stampa E-mail
Giovedì 15 Marzo 2012 08:45

villetta liberty imgRiceviamo e molto volentieri pubblichiamo il seguente contributo:

Leggo sulle pagine delle cronache locali che in questo paese non c’è più rispetto neppure per la volontà dei morti: ho appreso infatti che la villa, sita in viale Zancanaro e di proprietà della signora Poletti, verrà abbattuta per lasciare parte del giardino a disposizione dell’amministrazione comunale che intende  crearvi una rotonda viaria, nonostante le disposizioni testamentarie della stessa signora che chiedevano di rispettare un edificio antico e testimone della storia della città. So anche che per le stesse ragioni verrà abbattuta la magnolia che abbellisce il viale ma diventa ostacolo alla moda imperante delle rotatorie. Mi chiedo perché la presunta rotatoria non venga creata in un punto, a mio avviso, ben più pericoloso e precisamente all’incrocio di via Carducci con viale Cartiera Vecchia. Se da una parte sono indignata, ma di una indignazione che ha bisogno di tradursi in atto per avere senso, di fronte agli scempi alle bellezze della mia città a cui assisto da troppo tempo, dall’altra mi fa ancora più male l’indifferenza dei sacilesi che assistono in silenzio a quanto avviene.

Mio padre mi ha insegnato ad amare Sacile e a riconoscerne i singoli  alberi, ma non è mai riuscito a farmi accettare la pigrizia mentale e l’indolenza di troppi sacilesi. Così ormai vedo senza soluzione la tristezza di quegli antichi alberi le cui fronde oscillano  al vento, mosse dalla paura ogni qual volta sentono la presenza di qualche dipendente del comune. E’ inutile che ricordi ai miei concittadini le colate di cemento che hanno invaso le sponde del Livenza: sono sotto gli occhi di tutti. E’ inutile che ricordi le bellezze che sono andate distrutte per l’interesse di alcuni. E’ inutile che ricordi che le armi della democrazia ci invitano a conoscere gli articoli della Costituzione posti a salvaguardia della Bellezza delle nostre città. Io non possiedo altre armi che la mia penna e la conoscenza della storia e proprio dalla storia ho imparato a credere nella politica, ma ho anche imparato a diffidare degli uomini politici. Mi si risparmi l’accusa di qualunquismo, perché i disastri del nostro Stato sono manifesti agli occhi di chiunque si avvalga della vista dell’intelligenza nell’osservazione della realtà. Dalla storia ho anche imparato che gli interessi di pochi prevalgono, purtroppo, sui bisogni di tutti. Dalla cronaca recente ho invece imparato che non esiste un nord immune dalla corruzione, a fronte di un sud dominato dal malcostume: questa nostra Italia è inquinata alle radici. Mi chiedo però che cosa resta da fare a quei Sacilesi che amano, nel senso più vero la loro città: dovranno forse andarsene e abbandonare il loro paese nelle mani di chi intende distruggerlo? A costoro affido parole più autorevoli delle mie: “ Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l’inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare” - Albert Einstein.

Liviana Covre

Ultimo aggiornamento Giovedì 15 Marzo 2012 08:53