Studio fresco fresco sugli effetti dell'inquinamento Stampa
Lunedì 09 Gennaio 2017 11:58

Dai dati forniti dall'ARPA si può constatare che con i botti della notte di Capodanno siamo passati dai 54µg/m3 del 31 dicembre ai 63µg/m3 del 1°gennaio.
Qualcuno dall'alto del cielo, che sicuramente ha scosso la testa di fronte alla testardaggine e avventatezza degli umani ciechi davanti all'evidenza, ci ha però in parte protetti ESATTAMENTE nei tre giorni intorno all'accensione dei roghi epifanici.
Anche perchè qualcuno da lassù sa bene che NON si tratta di un rito cristiano, senza risalire alle radici dei fuochi del solstizio (e non certo “della Befana”) basta pensare che il falò è accompagnato da “predizioni e responsi” e anche da gente vestita da Vichingo.
Qualcuno che sempre da lassù ci fa poi anche notare che per il resto dell'anno alla domenica a messa non si fanno predizioni e nessuno si veste da Vichingo.
Torniamo al serio:
Come vedete son stati tre giorni di vento anche molto forte, tanto che in molti Comuni si è rinunciato al falò della sera del 5 gennaio, per spostare in altra data.
Quindi 1) vento molto forte 2) meno falò accesi
eppure.....

eppure a Sacile, dove non si tiene conto degli effetti delle polveri sottili, tantomeno delle micropolveri, dove son stati accesi ben 20 falò, il risultato del fumo è chiaro: dai 29 µg/m3 (che potevamo tenerci almeno per un paio di giorni come aria respirabile!) siamo schizzati a 61µg/m3. Per poi andare a 42 µg/m3 il giorno dopo.
E' chiaro dunque che la causa di un così repentino innalzamento nel giro di una notte è il fumo dei falò.
Dedichiamo a tutti coloro che beatamente non si precoccupano dei loro anziani e dei loro bimbi lo studio appena pubblicato dalla rivista Lancet, dove addirittura è stato provata una correlazione tra il maggiore rischio di demenza (di asma e malattie cardiovascolari ve ne abbiamo già parlato in abbondanza!) e il vivere in città presso strade molto trafficate = inquinamento da polveri sottili.

Ad ogni modo basta anche consultare il più recente Rapporto sull'Ambiente dell'ARPA (2015). Vi avevamo già riportato nel nostro sito il Rapporto precedente, quello del 2012.
come vedete si ribadisce che la maggior parte del materiale particolato, cioè PM10, è generato dalla combustione "non industriale", cioè riscaldamento delle case, nella nostra regione in particolare a legna:

Quindi...ribadiamo: è più che ovvio che a livello regionale bisognerebbe intervenire coraggiosamente almeno intanto per uniformarci all'Europa nel non bruciare NULLA a cielo aperto.
Si può fare anche a livello Comunale, perchè nel momento in cui il Comune mette a disposizione un luogo dove poter conferire in gran quantità scarti legnosi - e abbiamo l'isola ecologica - può vietare definitivamente l'abbruciamento.
Meglio ancora - e lo stiamo chiedendo ormai da anni - se all'isola ecologica fosse approntato un biotrituratore: così potremmo anche portarci a casa il nostro materiale triturato per usarlo in giardino...

Ultimo aggiornamento Lunedì 09 Gennaio 2017 21:26
 
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