Se non stessimo “toccando con mano” quasi quasi non ci crederemmo. Quasi quasi c'è chi riuscirebbe a mettere la parola fine su una sacrosanta richiesta dei cittadini seppellendola sotto la solita pietra tombale del silenzio. SPS non ha le spalle di Ercole, ma resiste: son passati dunque ormai quasi cinque anni dalla nostra prima richiesta di rimborso depurazione (ancora all'allora Amministrazione Cappuzzo) e tutto è fermo. Saremmo quasi tentati di provare solidale commiserazione nei confronti della scarsa considerazione che pare essere tributata dall'ex Compagnia Generale delle Acque alla nostra Amministrazione, che aveva promesso di “sollecitare” l'odierna SAGIDEP, se non sentissimo prevalere fortemente il senso di responsabilità nei confronti di molti cittadini ai quali crediamo dovuto il rimborso.
La questione è stata ampiamente spiegata in molti articoli; invitiamo comunque chi volesse a scaricare il modulo (non ufficiale) dal nostro sito e recapitarne una copia all'ufficio protocollo del Comune (gratuito) e inviarne un'altra (al costo del solo francobollo) alla SAGIDEP in indirizzo.
SPS non ha però la primogenitura della questione. Essa è ben più … antica: pensate che il rimborso del canone di depurazione per gli utenti non allacciati a fognatura che non fossero ricorsi allo svuotamento tramite autobotte per un dato anno è argomento trattato da varie relazioni del Difensore Civico Comunale (sì, proprio quell'Ufficio di tutela del cittadino cancellato a livello comunale da Berlusconi e a livello regionale da Tondo!).
Nelle varie relazioni che trattano ripetutamente dell'argomento si legge infatti che al Difensore Civico non appariva “certo lecito, ma neppure credibile, che un Ente erogatore di servizi, in regime di monopolio, per essere l'unico assegnatario del servizio” assumesse “comportamenti del tipo di quelli lamentati, negando rimborsi che competono e pretendendo i canoni di fognatura per un servizio non reso e come 'perpetua' conseguenza di attività pur sempre parziali.” E concludeva rilevando “l'opportunità che il Comune, quale concedente del servizio, chiarisca questo intreccio di situazioni su di un piano generalizzato, mediante un diretto contatto con l'Ente concessionario”.
Pare incredibile, potrebbe essere scritto oggi - invece son passati 8 anni! Siamo a gennaio 2013 e stiamo ancora attendendo risposta scritta.
Ma non basta. Nella sua relazione del 2006, in riferimento alla sentenza della Corte di Cassazione n°96/2005 e all'art.14 della Legge n°36/1994, il Difensore Civico mette in luce anche un aspetto che sarebbe dovuto andare a tutto vantaggio della comunità. Dall'art.14 appariva indubbio che: “le spese di allacciamento all'impianto generale fognario delle singole utenze non siano a carico dei privati, ma debbano avvenire a spese e cura dell'Ente pubblico, con l'utilizzo dell'apposito fondo”, cioè quello costituito per l'appunto dai canoni versati in assenza di allacciamento alla fognatura.
Il che significa che si sarebbe magari potuto optare per lo svuotamento tramite autobotte, MA in caso di non necessario svuotamento annuale, invece di chiederci ancor oggi come e dove si siano volatilizzati i canoni versati, sapremmo che sarebbero stati raccolti in un fondo utile alla città per migliorare il sistema smaltimento e depurazione. Un fondo vincolato dunque per la realizzazione di un'opera pubblica.
Infatti il Difensore Civico continua: “ sino a tanto che la rete fognaria non sia stata completata, compreso il suo allacciamento alle singole utenze, e comunque per la parte che non sia stata completata, il canone deve essere destinato 'essenzialmente', e quindi prioritariamente, alle spese di realizzazione di tali opere e non alla normale gestione.”
Ma il Difensore Civico, al pari oggi dei cittadini, non ha MAI ricevuto alcuna risposta scritta.
Oltretutto, non dimentichiamo che il nostro comune compare nell'elenco dei comuni italiani citati per infrazione delle norme UE sulla depurazione delle acque (uno degli scoop di SPS – nessuno ne sapeva niente)!
Il resto, lo sapete. E' la questione da noi sollevata: con la sentenza n°335/2008 la Corte Costituzionale stabilisce che il canone non è una "tassa" bensì una "tariffa", cioè il corrispettivo per un servizio reso. Chi dunque non ha usufruito un dato anno del bottino ha diritto ad essere rimborsato per non aver usufruito del servizio di svuotamento. Silenzio di tomba.
ahhh, San Clemente, fa che SPS continui ad esser vigile e paziente.......... |