TAV VENEZIA-TRIESTE, IL WWF: “AZZERARE LE PROCEDURE VIA E ABBANDONARE LA LEGGE OBIETTIVO” Stampa
Martedì 11 Settembre 2012 12:02

In tempi di spending review, l’associazione giudica inaccettabile l’assenza di uno studio che dimostri l’effettiva possibilità di finanziare un’opera da 7,4 miliardi di euro e la sua sostenibilità socio-economica. E nel nuovo studio di Italferr non compare neanche l’alternativa proposta dal commissario Mainardi.

Va azzerata la procedura (anzi le procedure) VIA sul progetto della linea ferroviaria ad alta velocità (TAV) Venezia-Trieste, va abbandonata la Legge Obiettivo e definito un nuovo Piano Generale dei Trasporti e della Logistica, in sostituzione del Programma delle “Infrastrutture strategiche” (figlio della Legge Obiettivo).

Queste le richieste del WWF, che ha formulato le proprie osservazioni sul “Sistema Conoscitivo Unitario” presentato alla fine di giugno da Italferr e relativo alla TAV tra Venezia e Trieste.

“Italferr – spiega il WWF – ha presentato un mero assemblaggio degli studi ambientali, presentati nel dicembre 2010 per le 4 tratte (Ve/Mestre-Aeroporto M. Polo, Aeroporto-Portogruaro, Portogruaro-Ronchi d.L., Ronchi–Trieste - NdR) in cui è stato suddiviso il progetto preliminare della linea Venezia-Trieste.”

“Una suddivisione – definita “project splitting” dagli esperti – che contraddice uno dei principi fondamentali della VIA, sancito anche dalle linee guida in materia della Commissione europea e del Ministero dell’ambiente, quello che un progetto unitario non deve essere artificialmente suddiviso in parti (splitting), per cercare di ridurre la percezione degli impatti”.

“Il tracciato complessivo rimane d’altronde esattamente identico a quello di due anni fa. Non solo: anche il “Sistema Conoscitivo Unitario” presenta le stesse carenze e lacune, già rilevate l’anno scorso sugli studi che accompagnavano i 4 progetti presentati.Di più: continuano a mancare due elaborati fondamentali, prescritti dalla normativa vigente, e cioè l’analisi costi-benefici e lo studio economico-finanziario, indispensabili per documentare l’utilità e la redditività dell’opera”.

Il costo della nuova linea TAV sarebbe pari a 7,4 miliardi di Euro, come dichiarato dal Commissario straordinario per la Venezia-Trieste, Bortolo Mainardi. “Il che forse spiega – osserva il WWF – perché RFI/Italferr abbia preferito bypassare la legge, omettendo di predisporre questi documenti: difficilmente, se fossero stati redatti, sarebbe stato possibile giustificare la sostenibilità socio-economica e l’effettiva possibilità di finanziare un’opera tanto onerosa. E’ da augurarsi però che, in tempi di “spending review” e di gravissima crisi economica, il Governo non trascuri una doverosa riflessione su questi aspetti. Già la Spagna ha molto ridimensionato i propri programmi infrastrutturali, così come sta facendo anche il nuovo Governo francese, proprio con riferimento alla tratta Torino-Lione del cosiddetto Corridoio 5”.

“In ogni caso – aggiunge l’associazione ambientalista – appare scandalosa l’inerzia del Ministero dell’ambiente, competente per le procedure VIA, e del Ministero dello sviluppo economico, dei trasporti e delle infrastrutture, competente per gli aspetti economico-finanziari, sulla palese elusione della legge da parte di RFI/Italferr.”

Il WWF sottolinea che anche il Sistema Conoscitivo Unitario di Italferr, così come gli studi ambientali che accompagnavano i progetti preliminari del 2010, sono estremamente carenti sotto il profilo dell’analisi degli impatti ambientali, in particolare per quanto concerne quelli sulla biodiversità e sulle aree di pregio naturalistico e paesaggistico.

Tutti rilievi già formulati dal WWF nelle osservazioni inviate ai Ministeri compenti e alle Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia nel febbraio e nell’aprile 2011, ma di cui RFI/Italferr non ha tenuto minimamente conto.

Manca poi una valutazione delle alternative (fondamentale in ogni procedura VIA), come ad esempio quella su cui sta lavorando - da molti mesi - proprio il Commissario governativo Mainardi. Si tratta in effetti di un’ipotesi di tracciato completamente diversa, che consiste essenzialmente nell’aggiunta di altri due binari accanto a quelli della linea ferroviaria esistente. Un’alternativa che non avrebbe neppure più le caratteristiche ingegneristiche richieste da una linea TAV.

“E’ incomprensibile – commenta il WWF – il motivo per cui (tra le altre alternative) neppure questa ipotesi di Mainardi, da tempo all’attenzione dei Comuni e di varie realtà sociali del Veneto, non sia neppure menzionata nel Sistema Conoscitivo Unitario prodotto da RFI/Italferr. Eppure sono proprio i tecnici di Italferr che l’hanno studiata per conto del Commissario!”

Da ciò la richiesta del WWF: le procedure VIA sui progetti preliminari dei quattro tronconi della Venezia –Trieste devono essere azzerate, poiché non ha senso proseguirle in un contesto di elusione delle leggi e confusione nelle procedure, come quello in atto.

L’associazione ribadisce inoltre la richiesta di abbandono della “Legge Obiettivo” del 2001. “Un impegno in questo senso – conclude il WWF – era auspicabile venisse almeno dai pareri del Comuni che si sono espressi sul nuovo elaborato di Italferr, eppure quasi nessuno ne ha fatto cenno, benché si tratti di una legge costruita appositamente (e mantenuta in vigore da oltre un decennio malgrado i cambiamenti politici a livello governativo e parlamentare) per prevaricare il ruolo degli enti locali e le osservazioni dei cittadini nelle scelte concernenti le Grandi Opere ed il loro rapporto con il territorio”.

WWF Friuli Venezia Giulia
Via Rittmeyer 6
34134 Trieste
Tel. 040 360551/0432 502275

Ultimo aggiornamento Martedì 11 Settembre 2012 12:09
 
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