Si tratta di un progetto cicloturistico per la pedemontana Gemona-Sacile: Numerosi sono i campi di applicazione in cui il fenomeno turistico si manifesta, ma ciò a cui questo studio è rivolto è l’applicazione del fenomeno turistico alla valorizzazione e crescita di un territorio. Ho scelto, per la stesura della mia tesi di laurea in Sviluppo interculturale dei sistemi turistici, di voler approfondire il caso della linea pedemontana Sacile-Gemona, in quanto mi sembrava un argomento interessante e attuale per le vicende legate al futuro della linea. Le opportunità che vi si presentavano erano allora, e purtroppo tuttora, incerte e confuse ma quello su cui ho scelto di indirizzare il mio studio è proprio a favore della riapertura della linea congiuntamente alla realizzazione di un progetto cicloturistico utile allo sviluppo della così detta mobilità dolce associata proprio alla formula bici più treno, già ben avviata nel contesto europeo con risultati più che soddisfacenti. È stato significativo dimostrare come a livello europeo il fenomeno del cicloturismo sia già ben affermato, e soprattutto in paesi come Austria, Germania e Olanda dove fattori come l’assetto geografico non proprio favorevole (per la maggior parte ricoperto da catene montuose) e il clima non sempre ottimale (tendenzialmente piovoso e freddo) abbiano comunque posizionato questi Paesi fra i più ciclofili nella classifica europea. Inoltre, hanno saputo creare delle concrete opportunità nella declinazione della propria offerta cicloturistica, realizzando degli itinerari capaci di enfatizzare i fattori di attrazione del proprio territorio con contenuti di carattere prevalentemente storico-culturale.
A livello generale si è voluto comunque evidenziare l’importanza del fenomeno cicloturistico come dimensione sostenibile del turismo, intesa come prova dell’impegno di voler espandere il concetto di sostenibilità turistica e ambientale ad altri pensieri fondanti di questa teoria, come lo sviluppo economico, il rispetto per la cultura e tradizione locale, la soddisfazione del turista e la valorizzazione delle risorse locali. L’idea quindi è proprio quella di voler riattivare la linea ferroviaria per offrire agli utenti una nuova opportunità per esperire il proprio territorio, e intesa nella convenienza di creare un servizio intermodale che associ l’uso della bicicletta al trasporto pubblico, creando una continuità territoriale fra gli itinerari già presenti e la struttura ferroviaria, ancora viva nel tessuto sociale e meritevole di essere valorizzata. Così come nel passato la costruzione della ferrovia pedemontana ha rappresentato un’innovazione tecnologica fondamentale per la comunità e il progresso del territorio (segnando definitivamente lo stacco dal mondo contadino alle nuove esigenze della rivoluzione tecnico-industriale), così oggi deve contribuire ad arricchire la collettività con nuove forme e stimoli: non solo dunque a servizio dei pendolari, bensì a favore di un modello capace di diffondere una mobilità alternativa e sostenibile sensibilizzando gli utenti ad un maggior uso della bicicletta e migliore gestione del tempo libero; nonché legate, sotto l’aspetto turistico, alla fruizione del paesaggio ambientale e valorizzazione delle risorse locali. Il ripristino del servizio ferroviario sulla pedemontana è senz’altro un elemento imprescindibile, in quanto attraverso l’uso del treno è possibile raggiungere zone e paesi dislocati lungo l’arco ferroviario altrimenti poco accessibili o non raggiungibili per quelle categorie di utenti definiti come “deboli” (anziani, famiglie, bambini). Il profilo orografico nel quale scorre la strada ferrata potrebbe infatti rappresentare un ostacolo geofisico consistente per questi fruitori, e impedirebbe loro a priori di potervi accedere. Il servizio ferroviario permetterebbe invece di diversificare i percorsi in base all’abilità del ciclista che sceglie di volersi sperimentare a seconda degli itinerari proposti. Infine, poter fornire una nuova interpretazione per la strada ferrata, significa inserirsi in un disegno strategico più ampio e lungimirante, nel quale l’attenzione è rivolta alla realtà locale proprio per creare un confronto e una forma di competizione costruttivi rispetto all’offerta globale, attraverso cui sia possibile affermarsi come realtà autonoma e con un proprio riconoscimento distintivo.
Aurora Mondello, Laurea Magistrale in Sviluppo interculturale dei sistemi turistici, Università Ca’Foscari, Venezia
|