A parte il tempo perduto da troppi anni, a parte il blocco attuale imposto dal patto di stabilità, la verità non è solo che i muri della caserma dei vigili del fuoco sono ancora sulla carta, ma che non si sa come si pensi di riempirli di uomini e di mezzi. La situazione attuale, viste anche le denunce della negligenza dei vertici responsabili nell'intervento dell'incendio della Valcanale e Canal del Ferro, è quella di un paese senza uomini e senza risorse. Esattamente come per il corpo forestale, la polizia penitenziaria come per tutte le Forze dell'Ordine in generale, questione da noi già descritta più volte, comprese le facili promesse dell'ex Ministro Maroni (16 ottobre 2009: "tra breve Sacile avrà la sua caserma dei Vigili del Fuoco"). La situazione di Pordenone stessa non è certo quella di una caserma perfettamente guarnita numericamente e attrezzata di tutto punto con le più recenti tecnologie e i più efficienti mezzi. L'allarme è stato lanciato più volte dai relativi Sindacati e dagli stessi vigili del fuoco che operano, come sempre e come anche in altri settori (v. Sanità e Scuola), con un senso di responsabilità che va da troppo tempo ben oltre orario di lavoro, mansioni effettive e retribuzioni. Tra le varie cose ricordiamo le ripetuto segnalazioni di carenza di organico, del grave e perdurante stato di degrado della sede di Via Interna (laboratori, uffici, bagni), le magagne strutturali della nuova sede, danneggiata già da infiltrazioni d'acqua dal tetto. Così, tra un intervento e l'altro, i vigili del fuoco sono costretti a provvedere personalmente a piccole manutenzioni nella sede. Si è persino dovuto temere per il rifornimento di gasolio dei mezzi, perchè il rifornimento avviene “in debito”, dato che i pagamenti ai fornitori sono dilatati a 90 giorni. Da tempo l'addestramento avviene fuori orario di servizio e non è ovviamente retribuito. Straordinari pagati più no che sì. E gli organici si assottigliano ad ogni trasferimento o pensionamento: mancano in particolare figure come capireparto e capisquadra. Dei primi, a fine 2011, ne servivano almeno 15 e dei secondi almeno 30, più almeno 5 amministrativi. E non crediamo proprio che ad oggi ci siano, visto che a marzo del 2013 mancavano all'appello in regione 140 vigili del fuoco, personale amministrativo escluso. Se sono in sofferenza Spilimbergo, Maniago, San Vito e la stessa Pordenone, come potremmo pensare di rendere operativa Sacile?
Solo lettera morta, puro slogan, è rimasto l'annuncio della ex Amministrazione Tondo che voleva avviare anche in FVG l'esperienza austriaca della Freiwillige Feuerwehr, cioè i pompieri volontari. A tutti i nostir lettori che hanno avuto occasione di fare un viaggio oltreconfine non sarà sfuggito infatti che in ogni più piccolo paesino si può trovare una magari minuscola casetta contenente anche un solo mezzo dei vigili del fuoco. E, quel che non si vede, in ogni anche più piccolo paesino non mancano MAI i volontari che, autorizzati a lasciare immediatamente il posto di lavoro, entrano in azione nel giro di pochi minuti e sono sul posto con la prima attrezzatura mentre arrivano i rinforzi.
E infine, è sempre questione di cultura. Il disastro che abbiamo appena vissuto in Val Canale dimostra che la nostra “cultura” è quella del beh, tanto lassù la vegetazione ricresce, aspettiamo che si spenga da solo. A nord di noi la cultura è quella del corri corri che c'è un piccolo focolaio da spegnere al più presto pur nel più sperduto angolino di montagna. Lo si impara da piccoli: ci sono oltre 1000 mini vigili del fuoco in erba (tra 10 e 15 anni) che imparano la teoria e si allenano nella pratica. Solitamente una volta all'anno ogni distaccamento ha la sua festa con ballo, grigliata e controllo gratuito degli estintori di casa. Tutto il paese festeggia quando viene acquistato un nuovo mezzo. Regolarmente si svolgono dimostrazioni e gare tra i diversi distaccamenti, comprese manifestazioni per i mini pompieri.
E' la cultura che dice che non si brucia l'erba, le foglie, le ramaglie. Tutto va compostato. E' la cultura che dice che ogni secondo è prezioso e ogni scintilla va immediatamente spenta. E' la cultura dove si previene anche con leggi nazionali come quella che impone da quest'anno i rilevatori di fumo in tutti gli edifici. Poco costo (15 Euro l'uno) e grande effetto per la sicurezza.
Per avere un paragone: la regione Carinzia dispone di un totale di circa 22.000 Vigili del Fuoco, dei quali circa 580 sono donne. Ci sono ben 399 distaccamenti di pompieri volontari, oltre ai 21 presidi aziendali e 1 caserma di vigili del fuoco di professione. La direzione regionale investe annualmente circa 8 milioni di euro, dei quali 4 per l'attrezzatura e i restanti per le strutture e per la formazione. I volontari vengono gestiti direttamente dai singoli Comuni che provvedono anche alle spese. La regione dispone di oltre 900 veicoli per un valore complessivo di circa 165 milioni.
Ma torniamo a noi. In attesa dei muri la nostra Amministrazione promuova un appello a nome del Consiglio Comunale tutto (da estendersi a tutti i Comuni che dovrebbero essere compresi nel raggio d'azione del futuro distaccamento), nel quale si chieda l'impegno del Ministro dell'Interno relativamente al potenziamento dell'organico e lo stanziamento dei fondi per mezzi e attrezzature. Così, quando finalmente la caserma sarà realtà, potremo essere certi anche di riempirla.
PS: a metà ottobre leggiamo della forte preoccupazione relativa al distaccamento di Maniago e venerdì 18 vediamo le immaigni di decine di Vigili del Fuoco che manifestano a Roma contro i tagli degli organici, i turni massacranti e il preoccupante innalzamento dell'età.
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