“Vescovo e laico?” - Mons. Luigi Bettazzi, Vescovo emerito di Ivrea, ha presentato a Sacile il suo libro lo scorso 27 giugno ... |
Martedì 05 Luglio 2011 21:28 |
“Vescovo e laico?” - Mons. Luigi Bettazzi, Vescovo emerito di Ivrea, pone questa domanda come titolo al suo libro edito da Itinerari EDB. Il sottotitolo è “Spiegazione per gli amici” - e noi abbiamo avuto il piacere di poterci considerare tra gli “amici” che la sera di lunedì 27 giugno 2011 hanno ascoltato questa spiegazione. L’incontro, organizzato dall’Associazione per il Rinnovamento della Sinistra, dalle ACLI provinciali, dalla Pastorale Sociale e del Lavoro e da Sacile Partecipata e Sostenibile, è stato anche questa volta uno di quelli che non si dimenticano (come la serata con Edoardo Salzano!), per la capacità di affascinare il pubblico con la limpida testimonianza di fede accompagnata da acuta capacità di analisi e magistrale arte oratoria di Mons. Bettazzi (classe 1923! …e senza bisogno del microfono….) che ha spaziato per ben oltre mezzo secolo di storia del rapporto tra Chiesa e laicità. Il libro è suddiviso in 4 capitoli: LA CARITA’, l’amore laico e l’amore cristiano; LA FEDE, il pensare laico e il pensare cristiano; LA SPERANZA, Le speranze laiche e le speranze cristiane; la conclusione: LAICO, CRISTIANO, VESCOVO. Il nostro breve commento riguarda solo le parti riferite alla laicità – per rispetto non ci compete riassumere e commentare le parti dedicate al Cristianesimo (risulterebbe superficiale o, peggio, presuntuoso). La lettura del libro si rivela subito scorrevole e fuga ogni timore di incomprensibili dissertazioni alle quali probabilmente l’argomento si presterebbe. La grandezza dell’autore si traduce infatti nella capacità di rendere accessibile a tutti l’evoluzione, la spiegazione e la risoluzione di questa problematica, oggetto della sua lunga e profonda esperienza. Colpisce subito il ritrovare nuova “dignità” per molti termini che in questi ultimi decenni sono stati ad arte svuotati e storpiati. Ecco, ad es., una parola chiave che porta a praticare pienamente la “Carità laica”: la libertà. La libertà “non è arbitrio”, “essere libero” non significa fare “quello che si vuole” o “quello che ci piace”, bensì “quel che si deve”, coscienti di farlo proprio perché si decide liberamente. La libertà è la condizione di “chi si trova tra altre persone e deve rispettare la loro libertà: proprio perché è la qualifica maggiore dell’essere umano deve esserlo per tutti gli esseri umani.” In questo modo è possibile tutelare il bene comune, quello “che offre a tutti la possibilità di realizzarsi” all’interno di una società improntata sulla “legalità”. Fare dunque per libera scelta ciò che si deve e senza nessuna pretesa di contraccambio. Allora davvero “i privilegiati saranno i più deboli”. Più avanti Mons. Bettazzi sviluppa i significati, i legami e le differenze di termini quali ragione, conoscenza, intuizione, sapienza. Il bisogno di conoscenza sarà sempre fertile se improntato sulla consapevolezza che analizzare la realtà “fa sentire la ricchezza dell’essere”. Lo scienziato, “mentre conosce e domina la realtà materiale, deve salvaguardare e promuovere la vita, la dignità, lo sviluppo” degli esseri viventi. Indagine scientifica come “fede” laica , che non va vista come contrapposta alla fede religiosa: “La vera alternativa non è tra chi si dice credente e chi non credente, ma tra chi pensa veramente e chi non pensa”. Preziosa rivalutazione di un’altra parola fondamentale, la speranza. Non più relegata a passiva attesa che qualcosa cambi da fuori, ma forza propositiva, spinta idealista. La speranza “connota l’ambito degli ideali e dei valori”, “è giudizio sul desiderio e stimolo all’azione, sostegno al faticoso ma fiducioso superamento di ostacoli”. Un libro per i laici e i cristiani che finora pensavano…… di aver ben poco in comune. |
Ultimo aggiornamento Martedì 05 Luglio 2011 21:48 |