Meglio mettere le mani avanti..... Stampa
Mercoledì 17 Ottobre 2012 10:22

casa imgMeglio mettere le mani avanti: SPS giudica sicuramente positivo che finalmente qualcosa si muova sul fronte del cosiddetto “housing sociale”, ma esprimiamo subito alcune perplessità che saremmo in futuro ben felici di vedere completamente fugate ...

1) Innanzitutto non ci pare una partenza con il piede giusto quella di accorgersi della necessità di questa tipologia di alloggi principalmente con la motivazione che l'edilizia è in crisi e questo potrebbe essere un modo per risollevarla.
Ci saremmo augurati che ormai da alcuni anni amministratori e politici avessero spinto le imprese a muoversi in questa direzione. Ci saremmo augurati che questa direzione fosse stata imboccata per convinto senso di responsabilità dei nostri amministratori in tema di politiche abitative. Ci saremmo augurati che si fosse partiti alcuni anni fa, citando la “crisi delle famiglie”, ancor prima della “crisi dell'edilizia”, sperando in un po' di “ossigeno per le famiglie” prima di “ossigeno per le imprese”.

2) Ci preoccupa un po' ricordare che questa iniziativa deriva dal “Piano di edilizia abitativa” del 2008 del passato Governo Berlusconi, perché non ricordiamo davvero che le azioni di codesto Governo e di codesto Premier fossero state improntate su una particolare attenzione verso le politiche sociali. O almeno, in generale, verso gli interessi della maggioranza dei cittadini.

3) Ci pare giusto (scontato!) l'annuncio che “i Comuni avranno un ruolo strategico” ma qualche timore si insinua nella nostra mente quando subito dopo apprendiamo che gli stessi metteranno a disposizione dell'operazione i terreni, “mutuando aree pubbliche oggi indisponibili, perché da riqualificare”. Un leggero brivido ci percorre perché in Italia il verbo “riqualificare” è al 99% delle volte una bella fregatura.

4) Ci fa strano che il nostro Comune, uno dei destinatari del progetto, si farà ad un tratto virtuoso, ma finora non ha mosso un dito in questa direzione, nonostante abbia a disposizione uno strumento urbanistico molto simile che aveva ricevuto la benedizione dal centro-destra e dal centro-sinistra con la Variante Generale 54: la possibilità di usare lo strumento della cosiddetta “autocostruzione” da parte di soggetti singoli o associati in cooperative, per incentivare l’edilizia a basso costo in particolare per le coppie giovani, che il PDL stesso aveva fatto inserire e per il quale aveva presentato anche un disegno di Legge regionale (del quale non si è più saputo nulla). D'altra parte nemmeno l'attuale minoranza ha mai fatto nulla per ricordarlo a questa Amministrazione (al contrario di SPS che ha messo sin da subito la questione nella rubrica “Domande senza risposta”). Una fugace uscita l'ha fatta due anni fa l'Assessore Covre, ma – essendo la cosa forse proprio legata a questo progetto – poi la sua dichiarazione non ha avuto alcun seguito. A riprova che l'orchestra la dirige il privato e decide lui quando partire.

Ora, la situazione a Sacile è delicata: siamo un Comune che come edificazione è cresciuto in proporzione più di Pordenone. Abbiamo d'altro canto una popolazione anziana in crescita e giovani con stipendi da fame (se lavorano) e un'offerta abitativa di alloggi troppo grandi e molto datati (vedi i nostri  articoli: "Sacile: fervore edilizio ... case vuote ... e sfratti" e "I numeri non sono chewing gum"). Investire nell'housing sociale è, e soprattutto, sarebbe stato, sicuramente una grande occasione.

Noi ci crediamo da sempre (conoscendone lo sviluppo decennale d'oltralpe) ed è proprio per questo che saremo estremamente vigili e che proponiamo sin d'ora quali potrebbero essere le condizioni che la nostra Amministrazione potrebbe porre:

a) non devono esserci aumenti di cubatura

b) non si sceglieranno aree esterne per non costringere anziani e giovani con bambini a necessitare di mezzi di trasporto per recarsi in città (potrebbe essere “riqualificata” l'area Distretto Militare!)

c) si costruirà con il massimo (o quasi) del risparmio delle bollette e del comfort abitativo, cioè “classe A” ... Visto anche che la Direttiva UE 31/2010 stabilisce che dal 2021 tutti i nuovi edifici dovranno avere caratteristiche tali da non aver bisogno di apporti per il riscaldamento e il raffrescamento, oppure dovranno essere in grado di soddisfarli attraverso l’uso di fonti rinnovabili

Questo come inizio. Giusto per mettere le mani avanti. Poi approfondiremo. smile img

Ultimo aggiornamento Mercoledì 12 Dicembre 2012 20:31
 
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