Ospedali di Rete: scoppia la guerra tra poveri Stampa
Mercoledì 22 Febbraio 2012 18:38

ambulanzaimgNon siamo ancora nella situazione terribile che le immagini in TV hanno registrato al Pronto Soccorso del San Camillo di Roma o del Policlinico Umberto I; non meglio al Policlinico di Tor Vergata o al San Martino di Genova; e in altri Ospedali possiamo solo immaginare....
Da noi scoppia la guerra tra Maniago e Spilimbergo - chi ha più diritto di portar via risorse all'altro?! Secondo un ex consigliere spilimberghese del PD, Domenico Mittica, Spilimbergo serve il distretto più vasto di tutto il Friuli occidentale (53.000 persone) ed è l'unico Ospedale di Rete per il quale avrebbe un senso un mantenimento. Mantenimento recuperando le risorse derivanti dalla chiusura dei Pronto Soccorso di Sacile e Maniago, per i quali è sufficiente diventare Punti di Primo Intervento.

Risponde subito Pio De Angelis, capogruppo di "Maniago ai cittadini", che ipotizza anche un ricorso alla Magistratura, visto che l'Ospedale di Spilimbergo di fatto non possiede più i parametri previsti dalla Legge13/95. Chiedere la riduzione di Maniago significa aprire la strada alla chiusura anche di Spilimbergo. Maniago inoltre serve un bacino di utenza di 26.000 abitanti, ricorda De Angelis.
Nel frattempo pare invece che la politica si sia mossa pro Maniago: è del 21/02/12 la notizia sulla stampa locale che la Provincia ha stanziato un contributo di 74.700 Euro per un progetto di "Potenziamento della funzione di Pronto Soccorso territoriale nell'area spilimberghese-maniaghese". Specificando che Maniago è Punto di primo intervento.

Dubbio: che la differenza tra il finanziamento andato a Maniago e non a Spilimbergo sia il fatto che a Maniago ci sono le elezioni?!!!

Ma torniamo alla conversione del Pronto Soccorso di Sacile in "Punto di primo intervento". Se andiamo nel sito del Ministero della Salute, www.salute.gov.it dove definisce il sistema di Soccorso , leggiamo che relativamente all'Emergenza di Rete di servizi e presidi, i Punti di primo intervento sono definiti come segue:

" Punti di primo intervento, fissi o mobili, organizzati per esigenze stagionali in località turistiche ed in occasioni di manifestazioni di massa, sportive, religiose, culturali nei quali è possibile:
■effettuare il primo intervento medico in caso di problemi minori
■stabilizzare il paziente in fase critica
■attivare il trasporto protetto presso l’ospedale più idoneo "

Ma allora di cosa stiamo parlando? Siamo a Bibione o Caorle, o siamo a Sacile e Maniago? Oppure, ancora una volta, a monte si definisce una cosa ben precisa che poi negli anni diventa discrezionale e si applica come e dove si vuole? Alla faccia di Leggi, Decreti, Linee Guida, ecc.
Diciamo che quando mancano le risorse è possibile convertire tutto in qualsiasi cosa - ovviamente non importa cosa perde il cittadino ...

Sì, perchè è dimostrato proprio con le immagini dei Pronto Soccorso romani, che i grandi Ospedali scoppiano. E se pensiamo alle condizioni di quello di Pordenone, lasciato andare perchè in lontananza c'è il miraggio di quello nuovo, vien difficile credere che entro pochi mesi avremo un Pronto Soccorso modello. Allora perchè non lo hanno "ristrutturato e riorganizzato" prima?
Come si fa a dire nel febbraio 2012 che è in progetto l'annessione delle "aree della centrale del 118 al Pronto Soccorso e spostare la centrale nel sito dell'ex farmacia, che ha accesso diretto alla strada", non si poteva averlo già fatto? E constatare ancora che c'è un sovraccarico di "codici bianchi", non è segno di evidente che ancora non è stata raggiunta la famosa interazione tra Ospedale e altri sevizi territoriali (si calcola che il 50% dei codici bianchi potrebbe essere risolto dal medico di base)?
Non lo dice SPS, lo dice la stampa, ad es. il titolo del 29/05/2011: "Sanità, in crisi l'emergenza", che parla dei Pronto Soccorso di Maniago, Spilimbergo e San Vito "vicini al collasso", di personale "richiamato nei giorni di riposo, ferie scaglionate e altri problemi nell'organizzazione", di medici e infermieri "vicini allo sfinimento, giorni e notti al lavoro, senza possibilità di essere assistiti o avvicendati, senza riuscire a godersi le ferie, con difficoltà a garantire anche i turni di riposo settimanale previsti dal contratto".
L'anno dopo, il 22/02/12, lo ribadisce il Primario del Pronto Soccorso di PN, Francesco Moscariello: "È evidente che a fronte di un dimezzamento dei letti in ospedale, non c’è stata una risposta adeguata sul territorio e oggi il Pronto soccorso soffre. Scontiamo carenze sia a San Vito, (4 persone in meno) che a Maniago - Spilimbergo (5 in meno)."
E ancora, il 23/07/2010: "Personale ridotto, poche ambulanze". Con che esito? Stessa denuncia l'anno dopo: in un articolo del 06/01/2011, si parla del "braccio di ferro" tra Dirigenza del Santa Maria degli Angeli e il Sindacato per il terzo equipaggio del 118, visto che "è capitato più volte che le emergenze sul territorio siano state superiori rispetto al numero di ambulanze disponibili".
Situazione ripetuta sulla stampa del 05/03/12, con il titolo "Sempre meno ambulanze, guai a chi sta male di notte".
SPS lo ha segnalato da tempo nella sezione "Cifre per riflettere": 1 ambulanza ogni 25.000 cittadini in FVG, 1 ambulanza ogni 11.000 cittadini in Carinzia.

Insomma, si chiude un servizio, ma in parallelo (il famoso "in termini contestuali") non è mai pronta l'alternativa che dovrebbe accogliere al meglio i pazienti che si riversano tutti in un sol punto. E allora, basta un'ondata di influenza (e speriamo MAI una catastrofe), anche Pordenone va in tilt - cosa che a un Pronto Soccorso non dovrebbe per l'appunto MAI accadere!
Eppure in questi anni dovremmo avere dei bei "risparmi" in Sanità da reinvestire: in Italia dal 2000 in poi sono stati tagliati 42.000 posti letto nel pubblico (-17,2%) e siamo pervenuti ad un posto letto per acuti ogni 100.000 abitanti, ben al di sotto della media europea.( ... Certo, stranamente nel privato il ridimensionamento si è fermato al 5,3% ...) Niente risparmi reinvestiti, ma in compenso ingorghi nei Pronto Soccorso proprio per mancanza di posti letto. Saggia scelta.
Così succede anche a Pordenone, come dice sempre Francesco Moscariello, "Da noi non ci sono le situazioni drammatiche evidenziate nel Lazio - spiega subito - ma la scarsità di posti letto per i ricoveri mette in difficoltà anche questo Servizio. Ci sono giornate in cui non bastano neppure quelli e allora si vedono le barelle nei corridoi. La direzione ha assicurato che troverà nuovi spazi in tempi brevi: ne abbiamo bisogno."
E riguardo ai tempi di attesa che, trattandosi di "Pronto Soccorso" dovrebbero essere m i n i m i ???
In FVG i tempi di attesa medi(!) al Pronto Soccorso sono di 40 minuti, in Veneto ben 60, MA nell'UNICA regione che si salva, secondo la Commissione Sanità del Senato che ha monitorato i tempi di attesa per essere sottoposti al trattamento, cioè il Trentino Alto Adige, il tempo medio è - udite udite - di 5 minuti!

Siamo sicuri che quanto previsto dalla Dirigenza dell'Azienda Ospedaliera ci porterà ai livelli del Trentino Alto Adige?

Di sicuro intanto è che si è aperta la guerra tra poveri - e vi entreremo giocoforza anche noi di Sacile...

Ultimo aggiornamento Martedì 25 Novembre 2014 21:54
 
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