La VEA è qualcosa che mi preoccupa molto, perché sarà, come al solito, l'occasione per dare lavoro agli amici, escludendo i "non amici". Se da un lato concordo con le finalità di una valutazione energetico-ambientale degli edifici, dall'altro lato non concordo con la procedura VEA, che si sarebbe benissimo potuta chiamare col suo vero nome: LCA (life cycle analysis) o, italianizzato, ACV (analisi del ciclo di vita). Così, non sarebbe stato necessario sperperare ulteriore denaro per costituire un'agenzia apposita né "succhiare" ulteriore denaro (in un periodo di crisi, peraltro) agli aspiranti certificatori.
E non per fare discriminazioni, ma ritengo che solo degli ingegneri possano essere in grado di occuparsi di un LCA (o ACV). Tuttavia, se volevano garantire il lavoro (com'è giusto che sia) anche a geometri, architetti, geologi e periti, bastava che obbligassero, attraverso lo strumento legislativo, a effettuare progettazioni in cui ogni figura facesse la propria parte (come già peraltro prevedono le norme sulle competenze professionali): poteva essere un'occasione per iniziare a fare finalmente veri e propri progetti e, per una volta, a creare armonia tra le diverse professionalità, al posto di alimentarne ulteriormente i conflitti. Questo è, in breve, quello che penso, come "categoria interessata". Vorrei anche dire la mia sull'articolo che riguarda Di Meo & C. e i cambiamenti climatici e voglio ribadire quanto qualcuno un giorno mi disse e cioè che affidare l'informazione a Gigi Di Meo è come mettere un "bazooka" in mano a un bambino. Il grosso problema sta anche nel fatto che nella nostra Regione si ama produrre scienza "in proprio", come forma di protezionismo. Così, per esempio, l'OSMER FVG raccoglie dei dati che non servono a niente (scientificamente) e che di fatto rendono impossibile la determinazione delle cosiddette "costanti climatiche", con le quali, per esempio, si possono dimensionare correttamente i sistemi fognari o prevenire i rischi derivanti dalle piene e dalle esondazioni. Ce ne sarebbero tante, da dire...
Articolo inviato da: Sara Sanviti |