senza "società" e "Amministratori Delegati" i Comuni non sanno più gestire niente??? Stampa
Lunedì 27 Agosto 2012 17:37

Dalla stampa del 3 agosto 2012 apprendiamo che l'Amministrazione sacilese prospetta “l'allargamento del raggio d'azione di LSM srl anche ad altri Comuni” come ad es. Brugnera e Caneva.
Alla LSM (Livenza Servizi Mobilità srl, configurabile quale società in house a totale capitale pubblico, operante nel settore dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, controllata interamente dal Comune di Sacile), nata per gestire in città il sistema parcheggi, sono stati in seguito affidati anche la manutenzione della segnaletica stradale, del verde pubblico e l'Ufficio Turistico. Oggetto relativa Delibera di Consiglio n°34/2011, “Livenza Servizi Mobilità srl. Determinazioni sull'assetto societario e modalità organizzative”.

Ovvero, una società per gestire, udite udite, nella metropoli di Sacile: 18 parcometri!!!

Guarda caso, sempre dalla stampa degli stessi giorni, apprendiamo che il Comune di Spilimbergo, oltre che uscire dalla Mistral srl, “dispone la dismissione delle quote di partecipazione anche dalla società GSM (Gestione Servizi Mobilità) di Pordenone, detenute dal 2002”. L'Amministrazione di Spilimbergo intende quindi recedere dall'intesa con GSM che gestiva le aree parcheggio della città del mosaico e assumersi direttamente l'onere del servizio.
Un anno dopo anche San Vito medita di uscire dalla GSM.
E a Pordenone comunque seguiamo sulla stampa regolarmente gli scambi di accuse tra Amministrazione e società.


Perchè alcuni Comuni allora valutano l'uscita?
Perchè si tratta di una scelta coerente con quanto indicato dalla Legge 244/2007 secondo la quale le Amministrazioni Pubbliche hanno “il divieto di costituire società produttrici di beni e servizi non strettamente necessari al perseguimento delle proprie finalità istituzionali”.

Infatti i comuni a densità demografica ridotta (con popolazione inferiore ai 30.000 abitanti), non possono costituire società, neppure per la gestione dei servizi pubblici locali, con esclusione delle “aziende speciali e istituzioni che gestiscono servizi socio-assistenziali ed educativi, culturali e farmacie”, se non associandosi con altri enti (ragion del coinvolgimento di Caneva e Brugnera?).
La norma, come precisato dalla Corte Costituzionale con sentenza 7 giugno 2012, n. 148, presenta i caratteri di una sanzione nei confronti degli enti con popolazione inferiore a 30.000 abitanti i cui bilanci siano stati gravati dell'obbligo di procedere al ripiano delle perdite subite dalla società medesime. Si vuole evitare eccessivi indebitamenti da parte di enti le cui dimensioni non consentono un ritorno economico in grado di compensare le eventuali perdite subite e “assicurare certezza al sistema di controllo e contenimento della finanza locale”.
Entro il 31 dicembre 2012 i comuni dovranno mettere in liquidazione le società già costituite alla data di entrata in vigore del presente decreto, ovvero ne cedono le partecipazioni (termine prorogato poi di nove mesi).
“Le disposizioni  non si applicano ai comuni con popolazione fino a 30.000 abitanti nel caso in cui le società già costituite:
a) abbiano, al 31 dicembre 2012, il bilancio in utile negli ultimi tre esercizi;
b) non abbiano subìto, nei precedenti esercizi, riduzioni di capitale conseguenti a perdite di bilancio;
c) non abbiano subìto, nei precedenti esercizi, perdite di bilancio in conseguenza delle quali il comune sia stato gravato dell’obbligo di procedere al ripiano delle perdite medesime.”

Nonostante dunque LSM sia nata prima e la Legge non precluda in linea di principio, neanche agli enti con popolazione inferiore a 30.000 abitanti la possibilità di mantenere in esercizio, se “virtuose”, le società già costituite, ci poniamo la domanda se ad oggi il mantenimento di LSM sia considerato “strettamente necessario” al perseguimento delle finalità istituzionali del Comune di Sacile, ovvero, se i vari settori non possano – o meglio debbano – essere gestiti direttamente dal Comune o, al contrario (sigh, nello spirito della Legge), che sia tutelato l’accesso da parte di operatori privati, evitando che “la posizione privilegiata della società nel rapporto con l’ente pubblico, si risolvesse in un vantaggio competitivo nei confronti degli altri soggetti operanti nel mercato”.

Il tutto rientra comunque in quella riflessione più ampia, che come SPS avevamo già proposto ai nostri sostenitori, ad esempio con la comparazione con i “beni pubblici” gestiti invece in molti Stati europei direttamente dai Comuni e mai “esternalizzati” (servizio idrico, rifiuti, servizi mensa, asili nido, verde pubblico, depurazione, ecc.). Quale Amministratore può oggi dichiarasi ancora convintamente entusiasta per le “Municipalizzate”, che invece di rendere più snella, efficace ed economica la macchina comunale, dando vita ad aziende sane ed efficienti, hanno prodotto solo debiti, coperti poi dai cittadini contribuenti, che non hanno visto aumenti di tariffe senza migliorare il servizio offerto? Per di più spesso gestite in modo poco trasparente, come più volte denunciato dalla Corte dei Conti?

Il processo di esternalizzazione di molti servizi comunali perseguito in questi ultimi vent'anni è senza giri di parole un eclatante fallimento, quanto meno per la promessa che negli anni avrebbe costituito un risparmio per i cittadini. Anzi, spesso hanno trascinato i Comuni in lunghi e costosi contenziosi.
E grazie a queste politiche pseudo-neo-liberiste, rivelatesi troppo spesso non solo fallimentari, ma anche volutamente poco trasparenti e clientelari, i “Comuni” in Italia hanno perso la loro anima e la loro funzione storica e sociale perché non gestiscono più alcun "bene comune".
Diciamocelo.... le "municipalizzate" fungono da anticamera all'entrata del privato. E ciò che a gennaio 2013 avverrà in massa.
Negli anni ci siamo persi gli operatori ecologici, le educatrici del nido, le cuoche, gli autisti dei pulmini, e altre figure una volta “naturali” all'interno degli organici comunali.
C'è già chi propone di mettere da parte l'ipocrisia e non chiamarli più “Comuni”, ma “Società”. Come SPS vogliamo ancora crederci, mettendoci come sempre d'impegno per vedere in futuro di cosa davvero potremmo “riappropriarci”.

Intanto, da un lato a Sacile si cerca una ragion d'essere per la LSM, dal momento che si ammette che, “in considerazione della ridotta dimensione della struttura comunale”,  sarebbe opportuno “utilizzare in modo più intenso la modalità organizzativa di LSM srl non solo per il servizio di gestione parcheggi bensì per alcune attività rientranti fra i compiti istituzionali della amministrazione comunale quali: la manutenzione della segnaletica stradale, il taglio della vegetazione dei cigli stradali, la gestione del verde, la manutenzione dei parchi e giardini e del patrimonio in genere” e a Pordenone Amministrazione e GSM stanno litigando per l'aumento del ticket dei parcheggi, dall'altro il Comune di Spilimbergo, con Delibera di Giunta n°139 del 27/07/12, decide la cessione delle azioni detenute in GSM per una somma stimata di 21.000 Euro,  perchè “il mantenimento delle azioni alla GSM non è di alcuna utilità per il Comune”, spiega il Sindaco Francesconi.

Ci piacerebbe non solo leggere nella delibera il giudizio “che ciò sia conveniente sia sotto il profilo economico quanto organizzativo”, vorremmo avere cifre precise che dimostrassero il risultato, cioè comparassero i costi di questi anni tra la gestione della LSM (per attività di controllo ticket parcheggi, manutenzione parcometri e prelievo degli incassi) e quelli che sarebbero stati i guadagni/costi se tale attività (neanche avessimo migliaia di parcheggi e centinaia di parcometri! Nemmeno sommati a quelli di Caneva e Brugnera!) fosse stata direttamente esercitata da parte del Comune.

Intanto, due giorni dopo questo articolo, veniamo solo sapere che, causa la crisi, gli incassi sono scesi a 250.000 Euro - non viene però contemporaneamente comunicato ai cittadini, quanto il nostro Comune introiterà al netto delle spese........quale differenza?

Ultimo aggiornamento Sabato 27 Luglio 2013 14:11
 
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