Nessun compromesso sull'articolo 18 ... va difeso così com'è!!! |
![]() |
![]() |
![]() |
Giovedì 05 Aprile 2012 09:49 |
"L'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori italiano implementa la cosiddetta tutela reale disciplinando il caso di licenziamento illegittimo (perché effettuato senza comunicazione dei motivi, perché ingiustificato o perché discriminatorio) di un singolo lavoratore: - nelle unità produttive con più di 15 dipendenti (5 se agricole); - nelle unità produttive con meno di 15 dipendenti (5 se agricole) se l'azienda occupa nello stesso comune più di 15 dipendenti (5 se agricola); - nelle aziende con più di 60 dipendenti. A partire dall'inizio degli anni 2000, da vari governi italiani, sono stati fatti diversi tentativi di riformarlo. I sindacati si sono sempre opposti con decisione a ognuno di essi, temendo un allentamento della tutela dei lavoratori." Ci pare chiarissimo!!! Le “soluzioni” sull'articolo 18, su cui si stanno esercitando in questi giorni Monti e la Fornero, appoggiati dal dibattito tra i segretari dei partiti su cui si regge il governo (Bersani, Alfano, Casini), sono inaccettabili per gli operai e per tutti i lavoratori in generale, perché ciò che passa oggi in un settore riguarderà tutti nel breve futuro. Queste "soluzioni" hanno come unico scopo quello di mascherare la sostanza della proposta Fornero, per renderla più digeribile al PD. Ma il problema non è salvare Bersani, è salvare l'articolo 18. Nella migliore delle ipotesi ventilate,i lavoratori illegittimamente licenziati verrebbero privati del "diritto" al reintegro, oggi previsto, a favore della “scelta” imponderabile di un giudice. Infatti le notizie che in questi giorni si rincorrono relative ad (apparenti) aggiustamenti sulle modalità di reintegro, sulla competenze del giudice ecc. ecc. si riducono a questo: nell'attuale bozza in discusione (ogni giorno assistiamo al carosello di dichiarazioni con l'unico scopo di non farci capire nulla) è previsto che nel caso dei licenziamenti per motivi economici il giudice "potrà" (non "dovrà", quindi sempre a sua discrezione) continuare a disporre il reintegro, ma solo in caso di “manifesta insussistenza” delle ragioni economiche. Altrimenti potrà disporre un indennizzo. La prima delle compensazioni accordate per far fronte di questa modifica, però, è la riduzione delle possibili mensilità di indennizzo: non saranno più tra 15 e 27 bensì tra 12 e 24!!! Non ci sembra un gran aggiustamento, anzi ed in ogni caso è e resta un palese arretramento pesantissimo delle attuali garanzie di tutela, per di più aggravato da ulteriori concessioni al PDL sul precariato. I lavoratori non stanno scioperando in tutta Italia per ottenere un arretramento dei propri diritti. Stanno scioperando per salvaguardarli. Forse è ora dello sciopero generale per salvare l'articolo 18 così com'è? Gianni Urioni |
Ultimo aggiornamento Giovedì 05 Aprile 2012 10:23 |