Sacile Partecipata e Sostenibile

In periodo di siccità vanno vietati tutti i falò! PDF Stampa E-mail
Venerdì 23 Dicembre 2016 19:02

Come sempre in questo periodo l'inquinamento sta andando alle stelle, ma nessuno si preoccupa.
Abbiamo già superato i 35 giorni di sforamento permessi e, arrivati al 23 dicembre, registriamo che in questo mese solo 6 giorni sono stati per un pelo dentro i parametri. E tenete conto che siamo arrivati anche a temperature fino a 15,5°C. Se poi tenessimo conto di non sforare i 20 µg/m3, come consiglia l'Organizzazione Mondiale della Sanità, non avremmo UN SOLO giorno entro la tolleranza.
Il PAC non serve a nulla, visto che di certo nessuno va casa per casa a controllare i riscaldamenti, visto che ci son infinite deroghe sui mezzi di trasporto anche nei giorni delle targhe alterne e visto che nemmeno ci si preoccupa tanto di attivarlo, tanto meno basandosi “in anticipo” sulle previsioni, perchè a Sacile abbiamo già avuto ben OTTO giorni di superamento consecutivi (dal 5 al 12 dic.) e nessuno se ne è preoccupato.
Quindi SPS ancora una volta mette per intanto il dito sulla piaga delle numerose colonnine di fumo che, in barba alla normativa e in barba a coscienza e rispetto, in questi giorni continuano allegramente a salire verso il cielo.

In questo dicembre 2016 aggiungiamo però un aspetto che va oltre quello dell'inquinamento, è la questione – non da poco – che in un periodo di tale mancanza di precipitazioni come stiamo avendo ormai da settimane, la combustione di residui vegetali agricoli e forestali è SEMPRE vietata.
La legge dice chiaramente che i comuni hanno la facoltà di sospendere, differire o vietare la combustione all'aperto in tutti i casi in cui sussistono condizioni meteorologiche, climatiche o ambientali sfavorevoli e in tutti i casi in cui da tale attività possano derivare rischi per la pubblica e privata incolumità e per la salute umana, con particolare riferimento al rispetto dei livelli annuali delle polveri sottili (PM10).
Sì, proprio in tema con la riduzione di inquinamneto che il Comune di Sacile si è "impegnato" a perseguire firmando (convintamente?!) il Patto dei Sindaci.....

Ricordiamo infatti che l’abbruciamento dei residui vegetali in agricoltura – in conformità del resto a quanto stabilito dalla normativa dell’Unione europea – può essere tollerato fintanto che "non danneggi l’ambiente o metta in pericolo la salute umana".
Purtroppo in Italia si è ricorsi alla solita deroga, creando poi come sempre le condizioni per svicolare.... Si sottolinea infatti che "l’abbruciamento dei residui vegetali non può considerarsi in sé una pratica agricola", ma lo si permette "se effettuato in piccoli cumuli, così da consentire il reimpiego del materiale residuo della combustione come sostanza ammendante o concimante".
Chi decide cosa si può ritenere un "piccolo" cumulo?
Chi decide quanti piccoli cumuli diventino gravi fonti di emissioni non appena i loro fumi si uniscono e formano una nube grande?

Non c'è da scherzare: secondo noi deve essere chiaro per i nostri amministratori, in primis per chi ricopre il ruolo di Sindaco, che se tali falò generano poi una emissione di fumo molto importante, idonea a liberare nell’aria sostanze pericolose e comunque dannose per la salute pubblica, leggi PM10, a nostro avviso scatta automaticamente anche il reato (perseguibile d’ufficio) di cui all’articolo 674 del codice penale!

Dal momento che inoltre il Comune di Sacile ha a disposizione un ampio punto di raccolta di verde e ramaglie al centro ecologico, può VIETARE la combustione.
Un paluso ad ogni modo agli agricoltori che già hanno acquistato i trituratori e li stanno mettendo anche a disposizione dei loro vicini. Bravi!!!

Vi mettiamo di seguito due interessanti immagini tratte da uno degli articoli del sito http://www.dirittoambiente.net/file/rifiuti_articoli_820.pdf . Sono due immagini che in questi giorni potrebbero esser state scattate ovunque:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ultimo aggiornamento Mercoledì 04 Gennaio 2017 19:38