Il Comune chiamato a rifondere le spese legali parimenti alla società russa per la mancata costruzione di quello che avrebbe dovuto essere un lussuoso Grand (!!!) Hotel con tanto di vantaggi per tutta la città di Sacile, per come si prefigurava l'area tutta attorno, e il denaro che la clientela d'alto rango avrebbe speso in città? Il Comune si rivarrà su chi può aver causato questo esborso di denaro pubblico? Come è potuto accadere che al tempo chi di dovere non abbia previsto tale variabile che si sarebbe potuta verificare, cioè che non si fosse proceduto per un qualsiasi motivo alla edificazione del lussuoso albergo? Non è possibile non essersi cautelati in caso di non realizzazione di un fabbricato di una tale entità. Non è possibile che non si risalga mai alle responsabilità. Un'Amministrazione Pubblica ha il dovere di prevedere le possibili variabili e cautelarsi per ogni evenienza.
La funzione pratica della "solidarietà" consiste nel rafforzamento del diritto del creditore, cioè dello studio di architetti che aveva lavorato al progetto del Grand Hotel. Rendere "solidale" significa che, quando i debitori sono più di uno, cioè la società russa e il Comune di Sacile (come ha stabilito il Tribunale di PN), il creditore ha diritto di chiedere la prestazione per l’intero a ciascuno di loro; ciascuno ha l’obbligo di eseguire la prestazione per l’intero. Il pagamento di uno estingue l’intera obbligazione. Ovviamente, il debitore che ha eseguito la prestazione ha poi diritto di rivolgersi in regresso agli altri condebitori per l’adempimento.
Il tutto ha inizio quando nel 2007 la Società SIRENELLA GRAND HOTEL S.r.l. presenta per l'area in ogetto della Variante 38, quale "Area di Ristrutturazione Urbanistica all’interno del P.R.P.C. Zona O – residenziale e terziaria di ristrutturazione urbanistica" il progetto di ristrutturazione edilizia, ovvero di demolizione e ricostruzione di un fabbricato ad uso albergo denominato “Grand Hotel Serenella”.
Nella seduta del 18.10.2007 la Commissione Edilizia esprimeva parere favorevole ritenendo la soluzione progettuale apprezzabile per gli spazi pubblici e privati previsti, anche se relativamente alla tipologia dell'edificio si riteneva che la proposta fosse più adatta ad un centro urbano che al contesto sostanzialmente fluviale in questione e si invitava anche a porre particolare attenzione alle modalità costruttive dei due piani interrati. A seguire nel gennaio del 2008 l'atto d'obbligo unilaterale, in cui, tra l'altro, la Società SIRENELLA GRAND HOTEL S.r.l. si impegnava a individuare lungo il percorso del fiume Livenza, lungo il percorso ciclo-pedonale, un’area sulla quale realizzare l’aggancio fra il percorso stesso e la passerella pedonale che avrebbe attraversato il fiume Livenza per consentire la permeabilità di passaggio fra le due rive del fiume, dall’area in proprietà della Società in oggetto all’area Zanette, visto che quest'ultima aveva esplicitato il programma di dismissione dell’attività industriale nell’area limitrofa di Via Natisone ed il suo spostamento in altra area entro il 2010, nonchè con modalità costruttive atte a conseguire la certificazione CasaKlima.
La vecchia mitica "Sirenella" è stata celermente demolita. Il materiale inerte avrebbe dovuto essere stato frantumato e riutilizzato per la nuova costruzione, secondo appunto i canoni della bioedilizia, ma l'intervento, nonostante un sito web dedicato ad hoc al nuovo Grand Hotel e il fuoristrada nero che girava per Sacile con la scritta in bella evidenza, non è più partito. Fino al decadere del permesso di costruire al 21 settembre 2012.
SPS ribadisce che non si può credere che quanto successo non fosse stato evitabile. Non solo la dovuta resa degli oneri di urbanizzazione, ma anche le spese legali per colpa di un percorso amministrativo non sufficientemente cautelativo per il Comune di Sacile. E ironia della sorte: oggi il territorio si trova con l'ennesima area degradata, ma per questo, nessuno ripaga la comunità sacilese. |