Le strisce pedonali, inventate dagli inglesi alla fine degli anni ’50 e immortalate nella famosa foto dei Beatles, stanno avendo un momento di crisi a causa dei numerosi pedoni stesi durante l’attraversamento, tanto che gli stessi inglesi stanno valutando se toglierle, mentre in Italia si cerca di risolvere il problema colorandole o sopraelevandole di pochi centimetri rispetto al manto stradale, in modo da renderle più visibili agli automobilisti. Il problema, infatti, nella maggior parte dei casi è proprio questo: l’automobilista, distratto per i più svariati motivi, non si accorge del pedone che sta attraversando le strisce, se non all’ultimo momento. Anche i pedoni hanno comunque le loro responsabilità: alcuni si affacciano sulla strada e si assicurano giustamente che l’automobilista cominci a frenare prima di attraversare, altri si buttano all’improvviso sulle strisce, certi del loro diritto di precedenza. E’ l’eterna lotta tra Davide e Golia. Visto che i morti ci sono, e non sono pochi, perché non responsabilizzare maggiormente anche il pedone? La soluzione può essere questa: quando il pedone decide di attraversare le strisce alza la mano, in modo da comunicare all’automobilista la sua intenzione, aspetta che l’auto cominci a rallentare e poi attraversa. Qualcuno potrebbe obiettare che in questo modo, nel caso di incidente, sarebbe difficile capire se la colpa è dell’automobilista distratto o del pedone che non ha alzato la mano. Questo può essere risolto lasciando le cose come sono: il pedone ha sempre la precedenza. Basterebbe aggiungere una norma che sanzioni il pedone se non alza la mano, e non aspetta che l’auto rallenti, prima di attraversare le strisce. In fin dei conti, visto che la vita in gioco è la nostra, perché aspettare una norma e non provare ad applicare fin da subito questa semplice regola? Magari, potrebbe scappare anche un salutare sorriso tra il conducente e il pedone. Ruggero Da Ros
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